Ven. Apr 19th, 2024
La comunità Papa Giovanni XXIII

esprime “viva preoccupazione” per il generale clima di crescente

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criminalizzazione della solidarietà. “Le Ong che operano in mare

per salvare vite vengono descritte, come già accaduto in

passato, come organizzazioni criminali colluse con i

trafficanti; coloro che nei vari territori europei si adoperano

per assicurare accoglienza e integrazione vengono rappresentati

come affaristi senza scrupoli che mirano ad arricchirsi,

sfruttando l’emergenza profughi.

È in atto un’allarmante criminalizzazione di individui, comunità

e gruppi che mostrano solidarietà ai migranti; sono diventati

bersagli di campagne tossiche mirate a delegittimarne le

attività e a negare la natura di aiuto umanitario dei loro atti.

Le testimonianze che giungono dai volontari della comunità Papa

Giovanni XXIII che operano nei progetti di condivisione e tutela

dei diritti umani nel campo profughi di Lesbo in Grecia, in

quello di Tel Abbas in Libano, sulla rotta balcanica, ci parlano

di vite interrotte, sospese, in attesa di poter attraversare un

confine che in molti casi diventa irraggiungibile.

Nel rispetto del lavoro della magistratura, manifestiamo piena

solidarietà a Mimmo Lucano per quanto realizzato

nell’accoglienza e inclusione dei profughi”.

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