Mer. Apr 24th, 2024

No vax, mafie, politica, giustizia. Affiancata in studio da Massimo Giannini e Mariolina Sattanino, Lilli Gruber ha intervistato sui temi caldi del momento il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nella puntata odierna di “Otto e mezzo” su La 7. Alla domanda sull’eventualità di inserire restrizioni per i non vaccinati, Gratteri ha risposto senza mezzi termini: “Ognuno è libero di fare ciò che vuole fino a quando non mette a rischio la libertà della collettività. È dimostrato che in terapia intensiva il 90% dei ricoverati è non vaccinato. Su questo il governo è in ritardo, avrebbe dovuto prendere una decisione dura in estate. Se non ti vuoi vaccinare – ha aggiunto – non entri a lavoro e nemmeno in uffici pubblici. Se non ti vaccini e ti ammali poi ti paghi le cure mediche, non può pagare la collettività. Se continuiamo con convegni e tavole rotonde a Natale saremo chiusi”.

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La Cgil “non andava toccata”

Il procuratore di Catanzaro ha commentato anche l’assalto alla Cgil criticando le scelte del Viminale sull’ordine pubblico: “Andava impedito, la Cgil per i lavoratori è come la Chiesa per i cristiani, non andava toccata. Lamorgese ha usato linea soft, io avrei messo in conto anche 200 feriti per evitare che venisse toccato un simbolo. Sono scelte che vanno fatte in pochi minuti, questo vuol dire comandare. Costi quel che costi, bisogna impedire che accadano queste cose per evitare che certi gesti di violenza vengano mitizzati”.

La “ghigliottina” della riforma Cartabia

Forti critiche Gratteri le ha espresse sulla riforma Cartabia. “Mi preoccupano – ha detto – le dichiarazioni della ministra che è convinta di aver fatto una grande riforma, in realtà non fa altro che rallentare i tempi del processo e ghigliottinare il 50% dei processi di criminalità comune ed economica. È stata fatta una mediazione al ribasso. Non hanno considerato i reati contro la pubblica amministrazione, i reati ambientali, gli omicidi colposi. Questi processi – ha proseguito – non arriveranno mai a sentenza. Inserire delle farraginosità c’entra poco con la garanzia dell’indagato. Tutte le riforme precedenti erano meno peggio di questa”.

Le critiche e la credibilità

Su chi gli riserva costanti critiche Gratteri ha poi aggiunto: “Ho gente che si alza la mattina e pensa a me. Ma non faccio falli di reazione. Molte cose vengono scritte o dette per provocarmi, ma io ho altro a cui pensare. E non mi sento isolato, ho l’affetto di migliaia di persone. A Catanzaro la credibilità della magistratura è in controtendenza rispetto al resto del Paese, per migliaia di cittadini per cui noi siamo l’ultima spiaggia. In segreteria ho 300 persone in lista d’attesa che vogliono parlarmi. Questo è il termometro per capire se si sta facendo qualcosa per la collettività”. Commentando poi la prima sentenza in abbreviato di Rinascita-Scott, il procuratore ha precisato che dei 19 assolti (su 89) “nessuno era imputato per associazione mafiosa ma per reati a margine e nessuno è stato detenuto”. Di questo, ha aggiunto, “i miei diffamatori di professione non hanno scritto un rigo”.

I “complici” delle mafie al Nord

Le ultime domande degli intervistatori sono state dedicate alle ingenti risorse del Pnrr e alla pervasività delle mafie al Nord, tema al centro del suo ultimo libro, “Complici e colpevoli”. “La storia ci insegna che le mafie ci sono dove ci sono i soldi e quindi – ha detto Gratteri – saranno presenti anche nelle grandi opere che si stanno progettando. Però non si può dare questo alibi, queste opere vanno fatte perché al Sud abbiamo bisogno delle stesse infrastrutture che hanno al Nord”. Rispetto alle proiezioni settentrionali della ‘ndrangheta il procuratore ha concluso: “I complici sono gli imprenditori del Nord che hanno abbracciato gli ‘ndranghetisti e i camorristi che sono andati da loro con valigie piene di soldi. Hanno subappaltato lo smaltimento di rifiuti e interi blocchi di operai sfruttati e sottopagati per poi andare in giro con macchine di lusso”.

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