Sab. Apr 20th, 2024

Ufficialmente è il viadotto Bisantis, ma tutti lo chiamano “Ponte Morandi”, dal nome del progettista, l’ingegnere Riccardo Morandi (padre anche del ponte di Genova che crollò il 14 agosto del 2018 provocando 43 vittime), è la principale strada di accesso a Catanzaro. Il viadotto di Catanzaro fu inaugurato nel 1962, dopo soli tre anni dall’inizio dei lavori e dopo aver superato una imponente prova di carico a cui assistettero moltissimi cittadini. In poco tempo è divenuto il simbolo della città anche per alcune caratteristiche che, soprattutto all’epoca, lo rendevano unico nel suo genere. Il viadotto – chiamato Bisantis in ricordo del presidente della Provincia Fausto Bisantis che ne autorizzò la realizzazione – è un ponte ad arco costruito su una sola arcata in calcestruzzo armato ed al momento dell’inaugurazione era il primo ponte al mondo in calcestruzzo armato per l’altezza ed il secondo per luce. Adesso, per l’altezza, è il secondo ponte in Europa con quelle caratteristiche. È ancora soggetto a interventi di manutenzione appaltati dall’Anas.

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Nel corso dell’odierna operazione “Brooklyn”, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Dda di Catanzaro, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale del Catanzaro, nei confronti di 6 soggetti, tra imprenditori e tecnici, di cui 4 arrestati, indagati a vario titolo per trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso in relazione fra l’altro, per i lavori di manutenzione straordinaria del ponte “Morandi” di Catanzaro e di un tratto della SS280 “dei Due Mari”. La Procura di Catanzaro ha disposto il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto “Bisantis”, noto come ponte Morandi, e della galleria Sansinato sulla Statale 280 dei due mari, allo scopo di svolgere accertamenti di natura tecnica. Diverse le reazioni dopo l’operazione e, in particolare, in merito all’importanza della sicurezza del ponte. 

REAZIONI

Occhiuto: “Non si scherza con la sicurezza dei cittadini”

“Ha fatto bene la magistratura, che ringrazio per il suo prezioso lavoro, ad intervenire in merito ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte ‘Morandi’ di Catanzaro e di un tratto della SS280 ‘dei Due Mari’, che secondo quanto si apprende sarebbero stati eseguiti in modo irregolare e con materiali scadenti. Sarà indispensabile approfondire al più presto questa delicata vicenda. Se ci sono stati illeciti è giusto che i responsabili ne rispondano davanti alla giustizia. Non si scherza con la sicurezza dei cittadini”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Parentela (M5S): “Rafforzare i controlli” 

“Sono gravissime le risultanze dell’inchiesta Brooklyn, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che tra l’altro ha portato al sequestro, con facoltà d’uso, del ponte Morandi di Catanzaro e della galleria Sansinato, per causa di interventi di manutenzione straordinaria eseguiti con materiale scadente”. Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Paolo Parentela che osserva: “La vicenda conferma la pervasività della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici. Ancora una volta, da quanto emerso, per interessi e affari della ‘ndrangheta viene messa a rischio la vita dei calabresi, a quanto pare anche con inammissibili forme di complicità in ambiti pubblici. Desta forte preoccupazione – prosegue il parlamentare del Movimento 5 Stelle – che gli imprenditori indagati siano coinvolti a vario titolo anche nelle inchieste Rinascita-Scott e Basso profilo, quasi a prefigurare una specie di sistema fraudolento per gestire gli appalti pubblici. È necessario – conclude Parentela – che sia rafforzato il controllo delle principali infrastrutture della Calabria, per accertare se vi siano altri casi di lavori eseguiti fuori delle regole e con speculazioni d’impresa. Soprattutto, bisogna rafforzare, intanto a livello normativo, il sistema di sorveglianza sulle ditte che ottengono l’affidamento di lavori pubblici”.

Nesci: “Grazie a Gdf e Dda, Calabria merita riscatto”

“L’operazione che ha portato alla luce il giro di corruzione e associazione a delinquere con finalità mafiose negli appalti a Catanzaro, coordinata dal Procuratore Nicola Gratteri, è un risultato importante nella lotta alle attività illecite sul territorio. Ringraziamo la Guardia di Finanza e la Direzione Distrettuale Antimafia per il loro encomiabile lavoro, che consentirà anche di svolgere accertamenti tecnici sulle opere coinvolte. Siamo al fianco di chi difende la giustizia e la legalità, tutte le istituzioni devono fare la propria parte per portare avanti quel processo di riscatto che la Calabria merita”. Lo dichiara la Sottosegretaria per il Sud e la coesione territoriale Dalila Nesci. “Quanto accertato da magistratura e forze dell’ordine – aggiunge – circa l’impiego di materiali scadenti e più economici per la realizzazione delle opere, che ha portato al sequestro del ponte Morandi di Catanzaro e di un tratto della statale 280 ‘Due Mari’, è frutto di un’attività criminale gravissima e spregiudicata. Le intercettazioni a carico degli imprenditori, che agivano con la complicità di un finanziere e un ingegnere Anas, sono inquietanti e svelano una speculazione scellerata. Ci congratuliamo per l’esito dell’inchiesta ‘Brooklyn’ che ha evitato gravi conseguenze ai danni della popolazione. La necessità di attuare controlli ferrei e introdurre norme severe, che abbiamo sempre difeso, si dimostra la strada giusta da percorrere. Ora auspichiamo che si prosegua senza esitare in questa direzione, lo dobbiamo – conclude Nesci – a tutti i cittadini onesti che rappresentano il nostro territorio”.

Granato: “Regione e Comune Catanzaro siano parte civile”

“Chiederò che la Regione e il Comune di Catanzaro si costituiscano parte civile in primo grado e io stessa in quanto senatrice eletta residente nel capoluogo farò altrettanto”. Lo afferma la senatrice de “L’Alternativa c’è”, Bianca Laura Granato, commentando con l’Agi l’inchiesta “Brooklyn” coordinata dalla Dda di Catanzaro, che oggi ha portato al sequestro del Ponte Morandi nel capoluogo calabrese e all’arresto di quattro persone.  “L’inchiesta ‘Brooklyn” – sostiene Granato – continua a gettare una luce sinistra sulle procedure di appalto per le opere pubbliche e quindi sul rischio di corruzione e soprattutto di omessa vigilanza sui materiali impiegati per infrastrutture di importanza strategica, come il Ponte Morandi di Catanzaro. Recentemente – ricorda la senatrice de ‘L’Alternativa c’è’ – sono intervenuta per chiedere alla Regione di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario scaturito in ordine al crollo della Strada statale 106 ionica nel 2017. Occorre maggiore vigilanza sugli appalti, maggiore vigilanza sui materiali impiegati, attraverso analisi costanti di prelievi effettuati sui materiali e confronto con i capitolati di appalto. Certo la complicità di uomini delle istituzioni e di tecnici della partecipata pubblica Anas, qualora fossero confermate sarebbero estremamente gravi. Chiederò – conclude Granato – che la Regione e il Comune di Catanzaro si costituiscano parte civile in primo grado e io stessa in quanto senatrice eletta residente nel capoluogo farò altrettanto”.

Morra: “Evitato disastro, servono controlli”

“Questa volta il disastro è stato evitato, perché gli arresti sono arrivati prima del dramma”. Lo scrive su Facebook il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, commentando l’inchiesta “Brooklyn” coordinata dalla Dda di Catanzaro, che oggi ha portato al sequestro del Ponte Morandi nel capoluogo calabrese e all’arresto di quattro persone. “L’attività investigativa – aggiunge Morra – ha delineato un grave quadro indiziario, a carico di imprenditori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità  del direttore dei lavori e di un ingegnere dell’Anas, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato. Un altro Ponte Morandi, che ci fa tornare alla mente quello, più noto, di Genova. Come detto, questa volta – rileva il presidente della Commissione parlamentare antimafia – il disastro è stato evitato. Bene, complimenti agli inquirenti. Le imprese che si occupano di certi appalti devono essere trasparenti e lavorare con qualità ed efficienza. Più controlliamo a monte, meno rischi correremo. Chi in nome della velocità vorrebbe evitarlo, – conclude Morra – è un irresponsabile che non fa il bene del Paese”.

Sindaco Abramo: “Morandi solido, lavori solo su rivestimento”

Sono partiti grazie alla segnazione di una cittadina, che portò al sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, delle foto che evidenziavano il deterioramento dei rivestimenti del viadotto Morandi, i lavori finiti al centro dell’inchiesta “Brooklyn” di oggi. E’ lo stesso primo cittadino a rivelare il particolare all’Agi, rassicurando sulla solidità dell’opera ed evidenziando che gli interventi si sono resi necessari solo sul rivestimento del celebre manufatto. “Due anni prima che il ponte Morandi di Genova crollasse – racconta Abramo – una signora mi portò delle foto che aveva scattato e in cui si evidenziava il deterioramento delle strutture. Allarmato, mi precipitai all’Anas chiedendo un intervento immediato e devo dire che la società si mosse con grande rapidità. Furono fatti dei sondaggi – spiega – i cui risultati mi furono mostrati e da cui si evinceva che l’interno della struttura non è deteriorato, sebbene si rendesse necessario un intervento per rifare l’intonaco. Si procedette quindi alla gara d’appalto. Ho seguito la pratica, avviata in tempi non sospetti, giorno per giorno. L’intervento della magistratura riguarda l’esecuzione delle opere e non le fasi dell’appalto. La struttura, ripeto, è solida – conclude – come si evince dai controlli”.

Magorno: “Atto tutela cittadini”

“Il sequestro del Ponte Morandi a Catanzaro è un atto a tutela dei cittadini. Grazie al Procuratore Nicola Gratteri per lo straordinario lavoro che realizza quotidianamente. A lui rinnoviamo tutto il nostro sostegno. Così su Facebook il senatore IV, Ernesto Magorno.

D’Ippolito (M5S) :”‘Ndrangheta in agguato, la Calabria ha bisogno come il pane delle risorse del Pnrr”

“Le misure scattate con l’inchiesta Brooklyn, diretta dalla Dda di Catanzaro, tra cui il sequestro del ponte catanzarese Morandi con facoltà d’uso, indicano che anche nel settore dei lavori pubblici, come in quello dell’ambiente, si possono compiere agilmente magheggi societari per commettere reati e accumulare ricchezze a danno dei cittadini”. Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, che puntualizza: “Nello specifico, la Distrettuale antimafia di Catanzaro e la Guardia di Finanza hanno appurato fatti inquietanti, che devono indurre il Parlamento a legiferare in fretta per inasprire le pene e migliorare il sistema di vigilanza. Secondo gli inquirenti, in questo ultimo caso di cronaca ci sarebbe un collegamento degli imprenditori indagati con la cosca Iannazzo di Lamezia Terme. È un campanello d’allarme, perché con le norme vigenti, ancora inadeguate, temo che la ’ndrangheta abbia gioco facile nell’accaparrarsi, pure indirettamente, lavori finanziati con le risorse del Pnrr, di cui la Calabria ha bisogno come il pane”.  “Credo – conclude D’Ippolito – che vada aperta una profonda riflessione politica circa i controlli a monte sull’utilizzo delle risorse, in Calabria, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, senza pregiudizi e nel solo interesse di garantire lo sviluppo della regione, molto più svantaggiata delle altre, intanto per le infrastrutture viarie e i servizi essenziali, dalla sanità ai rifiuti, all’acqua”.

“Anas conferma la sicurezza statica delle opere”

“In relazione alle indagini sui lavori di manutenzione del ponte Morandi e della galleria Sansisato sulla Statale 280 ‘dei due Mari’ a Catanzaro, che hanno portato al sequestro con facoltà d’uso delle opere e all’emissione di misure cautelari, Anas sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti”. Lo fa sapere la società in una nota. “Anas conferma la sicurezza statica delle opere, poiché il sequestro riguarda il risanamento di alcune porzioni delle infrastrutture, senza impatto per la viabilità. Entrambe le opere sono aperte al traffico”, aggiunge.

Legambiente: “È uno degli “effetti collaterali” di quel ciclo illegale del cemento”

“L’inchiesta della Dda di Catanzaro, che ha portato al sequestro del Ponte Morandi, suona come un forte campanello d’allarme sui rischi legati alla corruzione e all’infiltrazione delle mafie nell’utilizzo dei fondi previsti per le infrastrutture dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ad essere pregiudicata, infatti, rischia di essere la stessa qualità e la sicurezza delle opere da realizzare, un aspetto su cui, per quanto riguarda il Ponte Morandi di Catanzaro, si resta in attesa dei risultati delle perizie disposte dalla magistratura. È uno degli “effetti collaterali” di quel ciclo illegale del cemento che Legambiente denuncia ogni anno con il suo Rapporto Ecomafia. La Calabria ha un disperato bisogno di vedere migliorate tutte le sue infrastrutture, nel segno della mobilità sostenibile e nel pieno rispetto della legalità. Un compito che non può essere affidato solo alla magistratura ma che deve vedere rafforzato e reso più efficace l’intero sistema dei controlli pubblici e del monitoraggio civico, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, prima, durante e dopo la realizzazione degli interventi”. È quanto affermano in una nota congiunta il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta.

De Magistris: “Quadro inquietante”

“Le indagini della magistratura che hanno portato a Catanzaro sia al sequestro del ponte Bisantis, anche noto come Morandi, il più alto d’Italia, che della galleria Sansinato, evidenziano un quadro davvero inquietante di condotte che avrebbero messo in atto funzionari pubblici, tecnici ed imprenditori a danno della sicurezza delle persone. Condotte che se dimostrate evidenziano un livello criminale impressionante”. Lo afferma, in una nota, Luigi de Magistris, già candidato alla presidenza della Regione Calabria. “La magistratura va sostenuta – prosegue de Magistris – per l’ottimo lavoro che sta svolgendo ma va tenuto sempre più alto il livello di mobilitazione delle coscienze civiche e politiche per liberare la Calabria da una criminalità inaccettabile”.

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