Ven. Mar 29th, 2024

“‘I chirurghi: macellai e razza cialtrona? Delegittimazione e vilipendio di un patrimonio sociale’ è il titolo di un libro scritto e pubblicato nel 2012 da un collega, il professore Pietro Forestieri, chirurgo dell’Università di Napoli E presidente del Collegio Italiano dei chirurghi. Una frase ancora attuale che vale, certo, per i chirurghi, ma anche per tutti i medici, gli infermieri e per tutti coloro che operano nel pianeta sanità come ‘produttori’ di prestazioni sanitarie”. Lo afferma, in una nota, il deputato del Movimento 5 Stelle Massimo Misiti. “Che brutta definizione ‘produttore’ di prestazioni sanitarie’. Però, quel che è certo – aggiunge Misiti – è che il pianeta sanità è sempre più legato agli ‘affari’ e non alla cura della salute e che gli operatori sanitari sono persone deputate ad essere malmenate e schiacciate dalle lobby (come, ad esempio, le compagnie assicurative), ostacolate dagli amministrativi con le loro simpatiche scartoffie burocratiche e, non da ultimo, dagli avvocati (anche loro legati ad un percorso affaristico interessato). Praticamente gli operatori sanitari sono intrappolati in un sistema che di sanitario ha ben poco. La vita professionale, e non solo, di un medico è tormentata fin dal momento dell’iscrizione ad una scuola di medicina. Per potersi iscrivere c’è da superare un concorso, concorso per il quale si frequentano spesso corsi di formazione che costano, e pure tanto. Poi ci sono le tasse, che per alcune scuole, specie per l’odontoiatria, arrivano a costare anche 50 mila euro all’anno. Per esercitare, quindi, è necessario essere iscritti ad un ordine professionale. Cosa giusta, ma spesso gli ordini professionali hanno delle lacune sulle quali non sarebbe male porsi degli interrogativi. Poi, ci sono le spese per l’assicurazione, obbligatoria per poter esercitare sia negli ospedali pubblici che in quelli privati o privati convenzionati. Un obbligo introdotto dalla legge Gelli/Bianco del 2017 che, cosa assurda, non ha ancora visto la pubblicazione dei decreti attuativi e su cui avere delle informazioni è cosa assai difficile. Si pensi che in questi due anni e mezzo di legislatura non sono mai riuscito ad ottenere un appuntamento con i capi di gabinetto del Ministro della Salute, né dell’attuale e né del precedente. Anzi, non hanno mai avuto neppure la cortesia di rispondere alle mie istanze. Ma tutto questo all’opinione pubblica non può importare. Si chiede e si cercano prestazioni sanitarie di alto livello, si chiede di salvare la vita alle persone che stanno male, ma il disagio di chi opera in condizioni non semplici, di chi viene picchiato nei pronto soccorso, di chi eroga prestazioni mettendo a repentaglio la propria vita (si pensi ai medici ed agli infermieri morti per Covid) e adesso denunciati per strage all’opinione pubblica, non interessa”. “La sanità, il pianeta sanità e tutto quello che vi gira intorno – conclude il deputato M5S – non possono essere ‘interesse’ di pochi da fare gravare sulle spalle di chi, tutti i giorni. ha un obiettivo: fare stare bene le persone e salvare loro la vita. È arrivato il momento di (ri)dare dignità a medici ed infermieri, riconoscendone il fondamentale ruolo nella vita di noi tutti. Riconoscendolo sempre, e non solo nelle emergenze”.

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