Ven. Mar 29th, 2024

Si è svolta oggi, nella Sala Senato dell’Università di Messina, la conferenza stampa di presentazione dell’app dedicata ai Bronzi di Riace. L’ennesimo caso in cui la tecnologia più avanzata si fonde con la cultura per dare vita a un prodotto di qualità che mette in risalto il prezioso patrimonio del territorio.

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L’app, orgoglio tutto italiano, è uno dei tanti progetti messi a punto per il 50esimo anniversario del ritrovamento dei bronzi nell’agosto 1972 e si basa sulla tecnologia di ricostruzione 3D, che ha permesso di modellare e ripristinare digitalmente i pezzi mancanti delle statue (lance, elmi, scudi) nel loro colore originario ed è il risultato di anni di ricerche, nate dal connubio tra arte e scienza.

La Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, che ha visitato il museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, è stata una delle prime a testare l’app in anteprima e si è detta particolarmente entusiasta del risultato: “Non è solo uno strumento che ti trovi sul tuo computer e puoi aprire quando vuoi, ma si può fare direttamente mentre visiti la sala. Questo è molto originale rispetto ad altre app che ho visto”.

Stamane all’iniziativa erano presenti il Rettore Salvatore Cuzzocrea , i professori Daniele Castrizio (ordinario di Numismatica), Massimo Villari (delegato all’ICT dell’Ateneo peloritano), Francesco Pira (delegato alla Comunicazione di UniMe) ed il grafico Saverio Autellitano.

È stato proprio il Rettore ad aprire la conferenza e a presentare l’applicazione: “Si tratta di un progetto molto ambizioso – ha commentato il Rettore – nato da una sinergia fra UniMe ed il Museo di Reggio Calabria, che rappresenta un motivo d’orgoglio e, allo stesso tempo, un punto di partenza mediante il quale partecipare ai bandi utili a rendere fruibili tutte le opere pubbliche e quelle d’arte a 360 gradi. In tal senso, l’Università di Messina si pone al centro di questo percorso di divulgazione delle bellezze del nostro Paese e della nostra città, anche attraverso le realtà virtuali. Non si tratta, però, solo di un’app informatica, bensì della maniera più bella di fare Terza Missione, attraverso un fruttuoso connubio fra il mondo umanistico e quello scientifico. Ringrazio, perciò, i proff. Daniele Castrizio e Massimo Villari che, insieme ai loro giovani collaboratori hanno lavorato in piena sintonia con il Direttore del Museo, Carmelo Malacrino, ed il suo staff”.

L’app sarà presto disponibile per tutti i dispositivi mobili e, come detto anche dai docenti, non solo rappresenta un vero e proprio esperimento di realtà aumentata, ma è un mezzo che rende la ricerca scientifica alla portata di tutti. La tecnologia dell’app, poi, non sarà limitata solo ai bronzi, ma si potrà applicare potenzialmente a tutti i capolavori dell’antichità, riportandoli all’antico splendore pur trovandosi nel pieno del XXI secolo.

Maria Antonietta Reale | redazione@telemia.it

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