Ven. Mar 29th, 2024
Foto Valeria Ferraro/LaPresse13-01-2020 Lamezia Termecronaca'ndrangheta: al via il processo "Rinascita Scott" nell'aula bunker di Lamezia TermeNella Foto: Nicola Gratteri Photo Valeria Ferraro/LaPresse13-January -2020 Lamezia Termenews Anti-mafia prosecutor Nicola Gratteri seen during a short press release. Lead by anti-mafia prosecutor Nicola Gratteri, the maxi-trial Rinascita-Scott starts on January 13th 2021 in new bunker room inside the industrial area (Area Ex Sir) of Lamezia Terme (Calabria, Italy). With 355 defendants standing accused of mafia association with Calabrese organised crime (‘Ndrangheta), the trial is considered one of biggest after the one against Sicilian mafia, three decades ago, and targets one family, with its national and international networks, as politicians and public workers.

“Norma fatta per me? Figuratevi, sono un pm di campagna”

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"Io non ho bisogno di

visibilità. Le mie conferenze stampa servono a gratificare la

polizia giudiziaria e a comunicare all’opinione pubblica. Voglio

spiegare ai commercianti e agli imprenditori che siamo in grado

di fare le operazioni antimafia. Voglio dire loro ‘denunciate,

fidatevi di noi, siamo affidabili’. Questo è il senso delle mie

conferenze stampa. Non altro”. Così il procuratore di Catanzaro

Nicola Gratteri a Reggio in relazione alla legge “bavaglio” che

regola la diffusione delle informazioni riguardanti i

procedimenti penali e gli atti di indagine definita

“un’involuzione democratica”. Il riferimento è alla norma, in

vigore dal 14 dicembre, che di fatto “impone – ha precisato

Gratteri – ai magistrati di non comunicare con i giornalisti in

nome della presunzione di innocenza”. “Molti dicono che questa

riforma l’hanno fatta per me. Ma figuratevi se, per la riforma,

possono pensare a un pubblico ministero di campagna”.

Per il procuratore di Catanzaro non è vero che l’Italia si è

adeguata alle direttive europee: “Quello che io non sopporto –

ha detto ancora – sono innanzitutto le bugie. La seconda cosa

che non sopporto è che quando si vogliono fare le cose, si mette

sempre in mezzo l’Europa e ci dicono ‘ce lo chiede l’Europa’. Ma

come: noi non facciamo parte dell’Europa?”. Le cose sono andate

diversamente secondo il magistrato calabrese: “Quando è stato

fatto quel discorso a Bruxelles riguardava la Turchia, non

l’Italia. Infatti era da anni che l’Italia non aveva ratificato

quella direttiva europea. Allora sono queste le domande che voi

vi dovete porre”. Gratteri è stato molto critico non solo nei

confronti della politica ma anche dell’Ordine dei giornalisti e

del sindacato di categoria. “Quando questa riforma è stata fatta

e si discuteva, l’Ordine e il sindacato dei giornalisti – ha

detto – hanno detto che erano impegnati in altre cose. Non sono

andati in commissione a dire che non sono d’accordo perché non

poter far sapere all’opinione pubblica ciò che accade è

un’involuzione democratica. Le professionalità ci sono. Io

conosco tantissimi giornalisti seri, onesti e perbene. Ritengo,

invece, che ci sia in generale una debolezza del giornalismo sul

piano del potere contrattuale. Forse c’è meno indipendenza

rispetto a prima anche se ci sono più modi di comunicare come il

web. Spesso si viaggia in ordine sparso. Non si fa fronte

comune”.

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