Ven. Mar 29th, 2024


“Si fa sempre più complessa, se non addirittura negata, la tutela del diritto allo studio nella città di Reggio, ove per l’anno scolastico 2020/21 l’Amministrazione Comunale ha l’ardire di proporre alle scuole d’infanzia paritarie e , dunque, ai piccoli alunni frequentanti e alle rispettive famiglie, soltanto tagli lineari in tema di servizio mensa, benchè tale servizio sia riconosciuto ex l.r. n. 27 del 1985 e in altre città calabresi le tutele siano adeguatamente garantite”.
E’ quanto afferma l’avv. Pasquale Imbalzano, Coordinatore del Capoluogo di Città Metropolitana di Coraggio Italia e per anni amministratore della città.
“Questepreoccupanti considerazioni emergono dall’esame della risposta assolutamente flebile con cui il comparto delle scuole d’infanzia paritarie reagisce in queste ultime settimane al Settore Welfare e Istruzione del Comune di Reggio rispetto all’adesione allo schema di convenzione per il servizio citato per l’anno 2020/21, peraltro colpevolmente predisposto in via unilaterale dallo stesso settore , con il pretesto dell’impossibilità di dare vita ad una fase concertativa per difficoltà legate ai possibili assembramenti che si potrebbero generare, beffardamente dimenticando che potrebbero organizzarsi conferenze in modalità telematica .
In tal senso , a fronte di un numero di scuole paritarie presenti nella Città dello Stretto pari ad oltre 50 , i sodalizi che hanno ritenuto di aderirvi, rispetto alle informazioni in nostro possesso, sono solo 7 (sette). Spingendo il medesimo settore a rinviare il termine di scadenza per stimolare l’adesione seppur in zona cesarini”, aggiunge Pasquale Imbalzano.
“Il perché di questa risposta flebile è presto detto: il Comune di Reggio intende abbassare ad un livello di non sostenibilità finanziaria i rimborsi previsti per il servizio mensa secondo il valore del ticket medio pari a €. 1.99, ben al di sotto del livello già non virtuoso delle annualità precedenti pari a 2.78 €.
Basti pensare al fatto che il livello di contribuzione media di Euro 2.78 , fino ad un massimale pari a 5.50 € al giorno per bambino appartenente a famiglia con valore ISEE basso, era stato fissato dall’allora triade commissariale attraverso una proficua opera di negoziazione compiuta assieme ai rappresentanti sindacali delle scuole , conducendo ad un risultato per certi versi insperato per quella fase storica che si era dichiaratamente presentata alla città come caratterizzata da “lacrime e sangue”.
Oggi , in una fase politica caratterizzata per il nostro Paese da dinamiche espansive, in cui la spesa sociale come conseguenza della pandemia covid tende ad aumentare per garantire maggiore coesione finanche quale risposta all’inflazione e, nondimeno, visto il giubilo manifestato da questa azzoppata Amministrazione per il riconoscimento da parte del Governo con legge di bilancio di ulteriori 10 milioni di euro a copertura dei fabbisogni finanziari degli enti in pre-dissesto, non si comprende il motivo di questa diminuzione di risorse in specie nel raffronto con ciò che altri comuni della Calabria simili a Reggio per insediamento urbano, vedi Cosenza , compiono per l’ attuazione del diritto allo studio e del relativo servizio di mensa” , continua Pasquale Imbalzano .
“Nel capoluogo silano, il livello di contribuzione media si attesta a € 3.60 per pasto giornaliero a bambino e in generale in Calabria il ticket medio risulta essere di 3.79 € per pasto giornaliero a bambino, con una evidente e incomprensibile discrasia a danno dei bambini reggini e delle tasche delle loro famiglie.
Poiché queste scelte hanno un notevole impatto non tanto sulle scuole di infanzia paritarie , in quanto le stesse si vedranno costrette per far fronte alle maggiori spese all’aumento delle rette a carico delle famiglie, ma sulla quantità e qualità del servizio offerto ai bambini, l’Amministrazione Comunale spieghi alla cittadinanza , una volta per tutte, per quale motivo la spesa sul diritto allo studio continua diminuire nonostante si ripeta ad ogni piè sospinto che il bilancio comunale sia stato “messo in sicurezza” e le somme previste per il finanziamento di questi servizi sono rivenienti dal Piano regionale annuale del diritto allo studio. Per di più, eventuali dichiarazioni fallaci, camuffate da motivazioni, confermerebbero che l’Amministrazione nel rapporto con i cittadini è soltanto dedita al gioco delle tre carte .
Tutto ciò considerato, o si è favore della tutela dell’infanzia e dei bambini costruendo azioni concrete oppure tutto il resto è solo vuota retorica”, conclude Pasquale Imbalzano.

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