Ven. Mar 29th, 2024

“Diventa sempre più difficile accettare supinamente decisioni che, pur inattaccabili sul piano normativo, rappresentano veri salti all’indietro su quello dell’opportunità. La scelta dei più diretti collaboratori e consiglieri del sindaco, ad esempio, esprime oggi una miopia istituzionale per riscoprire un “familismo amorale” in cui controllori e controllati convivono e perpetuano una penuria di etica pubblica che spinge alla sfiducia dell’astensionismo e del mutismo una società civile tanto disprezzata”.

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Lo scrivono in una nota Francesco Luberto e Bianca Rende consiglieri comunali del gruppo Bianca Rende sindaca.

“No, non si possono condividere le odierne scelte del sindaco, anche alla luce innegabile del fallimento di quelle alleanze pre-elettorali machiavelliche di cui essi stessi sono stati artefici e che hanno potuto colmare solo con il responsabile appoggio esterno nostro e di alcune liste di quartiere.  Nessuno mette in dubbio che resti tra le facoltà del sindaco scegliere i suoi collaboratori, tanto più a titolo gratuito, essendo il comune in condizioni di dissesto.  Resta l’amarezza nel vedere inverate tutte le perplessità di visione di politica amministrativa che ci avevano indotto a candidarci in alternativa” – aggiungono.

“Ragioni di opportunità, appunto, avrebbero dovuto far desistere il sindaco dal procedere a nomine che sovrappongono al ruolo politico quello istituzionale. Tali scelte, infatti, non passano inosservate ad una opinione pubblica oggi molto critica che invoca a pieni polmoni aria di cambiamento sia di metodi che di risultati.

Eravamo e restiamo convinti che Cosenza e la Calabria necessitino di totale discontinuità nei metodi e nelle figure politiche di riferimento. Per cui, se pure abbiamo sorvolato sulla composizione della Giunta con persone del tutto inesperte rispetto alla mole dei problemi da affrontare, perché ne abbiamo colto la positività di un ricambio generazionale e abbiamo anche tollerato il tentativo di avere il libero consenso dei consiglieri con l’attribuzione di deleghe senza poteri, consideriamo il delicato incarico conferito ieri un pessimo segnale che contraddice ogni proposito di rinnovamento fin qui propagandato”.

“Ironicamente, ci verrebbe da chiedere a chi ha promosso la candidatura di Caruso in funzione di rottura e di rinnovamento rispetto alla vecchia classe dirigente, quale topolino abbia sinora partorito la montagna. Ma si sa, in Calabria almeno, tutto cambia perché nulla cambi. Anche alla luce di questi eventi, confermiamo l’impegno assunto con gli elettori e confermato con il mancato ingresso in Giunta, di voler mantenere finché possibile un ruolo autonomo di garanzia rispetto alla maggioranza consiliare” – concludono Luberto e Rende.

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