Ven. Apr 19th, 2024
Attraverso l'importazione di cocaina

in larga scala dal Sud America, i clan di ‘ndrangheta hanno

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“colonizzato” il litorale romano riuscendo ad infiltrarsi anche

nelle amministrazioni locali e puntando anche al business dei

rifiuti attraverso società gestite da prestanomi. E’ quanto

emerge dall’indagine della Dda di Roma che oggi ha portato

all’arresto di 65 persone accusate anche di associazione a

delinquere di stampo mafioso.

A capo della struttura criminale, un ‘distaccamento della

‘ndrina di Santa Cristina d’Aspromonte (Rc), c’è Giacono

Madaffari e altri soggetti appartenenti a storiche famiglie di

‘ndrangheta originarie di Guardavalle in provincia di Catanzaro:

un secondo clan era guidato, infatti, da Bruno Gallace.

Gli inquirenti hanno accertato che nella primavera del 2018,

tramite un narcotrafficante colombiano, furono importati e

immessi nel mercato del territorio del litorale 258 chilogrammi

di cocaina. La sostanza venne nascosta nel carbone e poi

estratta all’interno di un laboratorio allestito a sud della

Capitale. Parte della droga, circa 15 chili, è stata trovata in

una valigia che era stata nascosta nell’abitazione della sorella

di uno degli appartenenti al gruppo criminale. Tra gli obiettivi

della ‘ndrina anche quello di importare da Panama circa 500

chili di cocaina nascosti a bordo di un veliero che in origine

veniva utilizzato per regate transoceaniche. L’operazione è però

saltata quando gli arrestati sono venuti a conoscenza di

indagini proprio nei loro confronti.

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