Attraverso l'importazione di cocaina
in larga scala dal Sud America, i clan di ‘ndrangheta hanno
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“colonizzato” il litorale romano riuscendo ad infiltrarsi anche
nelle amministrazioni locali e puntando anche al business dei
rifiuti attraverso società gestite da prestanomi. E’ quanto
emerge dall’indagine della Dda di Roma che oggi ha portato
all’arresto di 65 persone accusate anche di associazione a
delinquere di stampo mafioso.
A capo della struttura criminale, un ‘distaccamento della
‘ndrina di Santa Cristina d’Aspromonte (Rc), c’è Giacono
Madaffari e altri soggetti appartenenti a storiche famiglie di
‘ndrangheta originarie di Guardavalle in provincia di Catanzaro:
un secondo clan era guidato, infatti, da Bruno Gallace.
Gli inquirenti hanno accertato che nella primavera del 2018,
tramite un narcotrafficante colombiano, furono importati e
immessi nel mercato del territorio del litorale 258 chilogrammi
di cocaina. La sostanza venne nascosta nel carbone e poi
estratta all’interno di un laboratorio allestito a sud della
Capitale. Parte della droga, circa 15 chili, è stata trovata in
una valigia che era stata nascosta nell’abitazione della sorella
di uno degli appartenenti al gruppo criminale. Tra gli obiettivi
della ‘ndrina anche quello di importare da Panama circa 500
chili di cocaina nascosti a bordo di un veliero che in origine
veniva utilizzato per regate transoceaniche. L’operazione è però
saltata quando gli arrestati sono venuti a conoscenza di
indagini proprio nei loro confronti.