Mer. Apr 24th, 2024

“Nei prossimi mesi il problema più grave da affrontare in Calabria, dopo quello legato alla criminalità organizzata, è legato alla incapacità amministrativa della nostra pubblica amministrazione. Anni di blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, ritardi dei rinnovi contrattuali e scarsa formazione del personale, hanno destrutturato la macchina pubblica del Paese e in modo specifico della nostra regione”. Lo sostiene, in una nota, il segretario generale della Uil della Calabria, Santo Biondo. “In Calabria, in dieci anni – aggiunge – il personale negli enti locali si è ridotto di circa 8.500 unità. Nella nostra regione, su oltre 17 mila lavoratori che sono alle dipendenze dei Comuni, solo il 15% è in possesso di una laurea, contro il 31% della media nazionale, ed il 40% ha un titolo di studio inferiore al diploma, contro una media nazionale del 20%. E mentre nel resto del Paese in questi anni è cresciuta negli enti locali la percentuale di diplomati e laureati, in Calabria la percentuale riferita a queste categorie di personale è diminuita. Occorre avviare nel più breve tempo possibile una stagione di concorsi pubblici aperta ai talenti calabresi e su questo aspetto il governo deve allargare le maglie delle assunzioni. Nell’immediato, però, occorre un intervento del governo per mettere nella disponibilità dei Comuni calabresi una squadra di tecnici per aiutare gli stessi enti locali a mettere a terra le ingenti risorse economiche destinate alla nostra regione provenienti dal Pnrr, ma non solo da questo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza deve anche rappresentare per la Calabria l’opportunità per rinnovare, innovare e irrobustire la nostra pubblica amministrazione, mettendola al passo con gli standard europei. In Calabria sono tantissimi i giovani dotati di straordinaria capacità, competenza e abnegazione: apriamogli le porte e le finestre per farli entrare a trasformare la macchina pubblica calabrese. In caso contrario per la Calabria questa stagione di finanziamenti europei rappresenterà il punto di non ritorno. Nella nostra regione si potrebbe verificare il paradosso che nel 2026, anno di completamento del Piano nazionale, quest’ultimo, piuttosto che ridurle, avrà divaricato le distanze tra la Calabria e il resto del Paese e del Sud”, “E’ ora che la politica calabrese tutta ed a tutti i livelli – conclude Biondo – si renda conto della crisi amministrativa della nostra regione e agisca di conseguenza. Noi, con sano realismo e senza ‘politically correct’, lo denunciamo da anni”.

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