Sab. Apr 20th, 2024

Una spaccatura, l’ennesima, che mostra ancora una volta lo stato in cui versa la magistratura italiana. La Commissione per gli incarichi direttivi del Csm si è divisa sulla scelta dell’erede di Federico Cafiero De Raho, il procuratore nazionale antimafia andato in pensione per limiti d’età lasciando il suo posto senza un ‘titolare’ dallo scorso febbraio.

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Il plenum riunito questa mattina ha infatti indicato una rosa di tre nomi, con numeri sorprendenti. Il favorito della vigilia è stato infatti quello meno votato: una sola preferenza è stata espressa infatti per Giovanni Melillo, procuratore di Napoli.

Due voti a testa invece per il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e a Giovanni Russo, procuratore aggiunto alla procura nazionale antimafia.

Per Melillo ha votato la togata di Area Alessandra Dal Moro; per Gratteri invece sono arrivati i voti del togato Sebastiano Ardita e il laico in quota M5S Fulvio Gigliotti; per Russo il consigliere di Magistratura Indipendente Antonio D’Amato e il laico di Forza Italia Alessio Lanzi. Astenuto invece il consigliere di Unicost Michele Ciambellini.

Dopo la stesura delle motivazioni delle tre proposte da parte dei relatori e il ‘concerto’ della Guardasigilli Marta Cartabia, la pratica sulla nomina del nuovo procuratore nazionale antimafia sarà inserita all’ordine del giorno di uno dei prossimi plenum del Csm.

Nessun voto oggi è stato espresso nei confronti degli altri magistrati che avevano presentato domanda: si tratta del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro (diventato celebre per le sue indagini contro le ong nel Mediterraneo) quello di Messina Maurizio De Lucia e quello di Lecce Leonardo Leone De Castris. Tra le candidature ritirate quelle di Francesco Lo Voi e Marcello Viola, diventati capi rispettivamente degli uffici inquirenti di Roma e Milano.

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