Gio. Apr 18th, 2024

Le rivelazioni del nuovo pentito Antonio Guastalegname, imputato in Rinascita Scott per associazione finalizzata al traffico di droga e detenzione di sostanze stupefacenti non risparmiano avvocati pronti a sistemare processi in Cassazione e nella Corte di appello di Catanzaro. Nel verbale di interrogatorio dello scorso febbraio il collaboratore di giustizia davanti al magistrato della Dda Antonio De Bernardo riferisce di aver saputo queste notizie da Nicola Barba, presunto esponente dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Vibo e luogotenente dei Mancuso Nazzareno Colace e quest’ultimo nel 2015 gli disse che se qualora i suoi amici avessero avuto bisogno di sistemare processi bastava rivolgersi all’avvocato Giancarlo Pittelli di Catanzaro che tramite le sue conoscenze “era in grado di farlo”.

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“Grosse somme di danaro per sistemare i processi”

Colace gli spiegò che il noto penalista del foro di Catanzaro, attraverso l’elargizione di grosse somme di denaro riusciva a far annullare le sentenze, oppure far ridurre le pene, grazie ai suoi rapporti con i giudici e che  comunque Colace avrebbe dovuto percepire la sua parte nel caso in cui il legale fosse riuscito ad aggiustare il processo. “In pratica chi avesse voluto avvalersi di questa possibilità, avrebbe dovuto versare la somma di denaro che Pittelli richiedeva, più una ulteriore somma di denaro per remunerare l’intermediario che si sarebbe interfacciato con il legale”. L’avvocato, a detta del pentito,  poteva contare sui rapporto con i giudici, sia in Corte di Cassazione che in Corte di appello a Catanzaro e più in dettaglio con i presidenti, amici dell’ex parlamentare di Forza Italia. “Specifico che il denaro (sia la parte spettante a Pittelli sia quella dovuta all’intermediario, che rappresentavano due distinte dazioni) doveva essere versato in contanti dall’interessato e che Colace non mi disse se parte del denaro versato da Pittelli doveva servire al pagamento dei giudizi per ottenere favoritismi, ovvero se Pittelli otteneva dai magistrati l’appoggio richiesto in virtù di altre ragioni che non conosco”. Il pentito continua nelle sue propalazioni affermando al pm di aver voluto approfondire questo aspetto e di essersi rivolto a Nicola Barba, confermandogli che l’avvocato Pittelli era ammanicato con i giudici ed era in grado di sistemare i processi. Aggiunse che però non era possibile per chiunque avvicinarsi a lui, ma che era necessario che questo tipo di richieste provenissero da soggetti a lui più vicini ai quali bisognava rivolgersi”, rivelandogli che ad esempio Saverio Razionale era in stretti rapporti con Pittelli. Il pentito però confessa di non averlo mai contattato né per lui né per altri.

Il legale che svelava indagini segrete alla ‘ndrangheta

Ma il penalista di Catanzaro, secondo quanto riferito dal neo pentito, non sarebbe stato il solo a sistemare vicende giudiziarie. Barba in un’occasione gli parlò dell’avvocato Francesco Stilo, sostenendo che anche lui aveva il potere di sistemare i processi e che riusciva ad acquisire notizie riservate per avvertire le varie cosche nell’imminenza di indagini o arresti. “Questo particolare riguardo a Stilo mi venne riferito nel 2015-2016 prima che mi arrestassero per omicidio anche da Giuseppe Antonio Lo Piccolo, il quale mi disse di aver saputo tramite l’avvocato Stilo di essere indagato, non ricordo per quale reato, quando ancora le indagini non erano state scoperte e quindi prima che la Procura gli avesse notificato qualcosa. Piccolo mi disse anche che l’omicidio ai danni del tabaccaio doveva essere addebitato al figlio del carabiniere e che nel caso in cui il processo si fosse messo male per entrambi ci avrebbe pensato zio Luigi tramite Pittelli a sistemare la situazione”.

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