Gio. Mar 28th, 2024

Al momento sembrano esserci più dubbi che certezze sulle opere pubbliche in programma per la Calabria. Il fronte è doppio ed è costituito dal classico binomio ferro-gomma che applicato alla realtà regionale significa Alta velocità-Statale 106, Tirreno e Jonio.

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Il dibattito è aperto ormai da tempo su queste pagine e appena il mese scorso il prof di Ingegneria dei trasporti dell’Università di Reggio Calabria, Francesco Russo, aveva evidenziato la necessità di abbattere i tempi di percorrenza tra Reggio Calabria e Roma affermando che l’obiettivo ministeriali di coprire la tratta in poco meno di quattro ore poteva essere soltanto definito «ridicolo». Con buona pace, insomma, per le prospettive di sviluppo sostenibile e di avvicinamento della regione al resto d’Italia. E ha anche sollevato dubbi sul tracciato da realizzare (, che addirittura verrebbe allungato di 50 km rispetto a quello attuale, attraversando peraltro il Parco nazionale del Pollino.

Uno scenario tutt’altro che ottimale, dunque, sul quale ha acceso i fari di recente anche il deputato di Alternativa Francesco Sapia che ha presentato un’interrogazione parlamentare per sapere «quante e quali risorse finanziarie sono disponibili per l’alta velocità ferroviaria dalla e verso la Calabria» ma anche per conoscere «i tracciati previsti, le specificità della progettazione» e se è confermato che «in relazione ai nuovi percorsi da realizzare, i tempi di percorrenza siano addirittura aumentati, rispetto agli attuali, per raggiungere Roma dalle stazioni ferroviarie calabresi».

Il nodo, dunque, è bello grosso, perché mostra come sul cielo calabrese aleggino ancora scelte penalizzanti e potenzialmente miopi.

Del resto il quadro non cambia molto spostandosi sull’altra costa, quella jonica, dove sul fronte ferroviario è in corso un’opera di miglioramento (la Tav è una chimera) ma su quello stradale è ancora notte fonda in molti territori, soprattutto nel Catanzarese (ma non solo). In quest’area si guarda in particolare al tratto tra Squillace e Caulonia, nell’alto Reggino, dove si viaggia ancora a una sola carreggiata e attraversando ponti risalenti agli anni ’30. Né attualmente gli scenari sembrano poter mutare nel giro di qualche anno. A sottolinearlo è ancora una volta l’associazione “Basta vittime sulla statale 106” che stigmatizza l’assenza di interventi finanziati o proposte in merito alla Statale jonica nell’ultimo Consiglio dei ministri. Il direttivo sottolinea che «quanto accaduto stride con i diversi annunci delle scorse settimane in cui la politica ha promesso finanziamenti riguardanti la “strada della morte” in Calabria. Spiace, infine, dover constatare che, a circa sei mesi dalle elezioni regionali, anche questa volta agli annunci della politica non siano succeduti i fatti».

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