Gio. Apr 25th, 2024

L’avvocato Anselmo: “l’udienza di oggi si è rivelata clamorosamente significativa. Donata Bergamini che mi dici? Ci stiamo avvicinando alla verità?”

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 “Come avevo previsto l’udienza di oggi si è rivelata clamorosamente significativa”. Queste le parole dell’avvocato di parte civile della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, a conclusione dell’udienza odierna, in Corte d’Assise a Cosenza, per il processo sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, morto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico lungo la statale 106 Jonica. Unica imputata nel processo è Isabella Internò ex fidanzata del centrocampista rossoblu. 

“I fatti sono del 18 e 19 novembre 1989 – inizia il racconto Anselmo – Denis è stato appena ucciso. Il dottor De Marco viene chiamato sul posto dai carabinieri per certificarne la morte. Il corpo è vestito, prono sull’asfalto ma lui vede un inesistente sfondamento toracico. Oggi – riporta l’avvocato – si giustifica dicendo che in quei momenti era giovane ed inesperto e quindi molto teso”.

Poi è il turno del dottor Raimondi dirigente del pronto soccorso dell’ospedale di Trebisacce ove il giorno successivo verrà fatta l’ispezione del cadavere disposta dall’autorità giudiziaria. “Nella Camera mortuaria ci sono lui, il maresciallo Carbone ed il Procuratore della Repubblica Ottavio Abbate. Il verbale descrive un accurata osservazione del corpo con verifica di ipostasi tramite digitopressione, rigidità muscolare politraumatismi alle ossa in varie parti del corpo. Il tutto sarebbe stato scritto sotto dettatura – afferma l’avvocato –  del dottor Raimondi che, però, ha negato decisamente di averlo fatto e di aver ricevuto un incarico in tal senso”. Per questo motivo il giudice Paola Lucente ha disposto l’audizione del magistrato Ottavio Abbate che in aula ha spiegato di ricordare la disposizione del verbale ma che non fossero presenti Carbone e Raimondi.

“Il Maresciallo Carbone lo smentisce – continua Anselmo – affermando di essere stato presente per tutto l’incombente. Ma tutti e due i testimoni non concordi su un fatto: quell’ispezione si è tradotta in realtà in una fugace osservazione del corpo vestito a due metri di distanza. Le operazioni quindi descritte non sono mai avvenute, in realtà”.
“Sentiremo la versione dell’ex Procuratore Capo di Castrovillari – conclude il legale della famiglia Bergamini- la Corte ne ha disposto l’immediata citazione per oggi stesso anche eventualmente con il ricorso all’accompagnamento coattivo”. 

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