Gio. Apr 18th, 2024

Ennesima di storia di cattiva sanità e mala gestione della stessa in Calabria.

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Le vicende che hanno coinvolto o meglio travolto, la casa di cura Villa Sant’Anna s.p.a. sono note a tutti, ciò che non è noto è la disperazione in cui versano i pochi dipendenti che hanno tenuto duro in questi ultimi anni, facendo fondo alle proprie risorse materiali e mentali. Dipendenti che oggi vedono sfumare, in alcuni casi, il lavoro di una vita, con gravi conseguenze come pignoramenti di case, protesti, problemi economici e disagi e non per loro responsabilità.

Il grande interesse da parte della politica, delle sigle sindacali e dell’utenza stessa, che in un primo momento o meglio nel momento in cui era a rischio la sopravvivenza della struttura sanitaria di cui sopra, era costante ed intenso, è venuto a scemare. Lo dimostra il fatto che dinnanzi ad un importante avvenimento politico come le amministrative di Catanzaro, nessun politico e nessun partito politico ha voluto cavalcare quest’onda durante la campagna elettorale; lo stesso si può dire delle sigle sindacali, che dopo aver mietuto iscritti nei dipendenti coinvolti in questa situazione, a distanza di anni non hanno portato ad alcun risultato, nel dettaglio a nessun risultato positivo per i lavoratori, poichè quelli che stanno subendo i danni di questa vicenda sono i proprio i dipendenti della stuttura più volte sopracitata.

Gli stessi, ormai da tempo non percepiscono alcuna indennità, lavoratori che con dignità e gran senso del dovere nei confronti dell’utenza, si è adoperata a raccogliere i fondi necessari non solo alla loro sussistenza ma anche per potersi recare a lavoro e prestare l’assistenza dovuta ai pazienti.

Purtroppo, ci si rende conto che non è più possibile agire in questo modo, mettendo a repentaglio il benessere delle famiglie, che in alcuni casi hanno già pagato a caro prezzo gli esiti di questa vicenda.

Consapevoli che l’assenza dello Stato nella nostra regione non è novità, consapevoli della poca considerazione da parte dei vertici dell’azienda stessa e scontenti dei pochi frutti che hanno portato le sigle sindacali, i dipendenti si trovano oggi a dover prendere una posizione forte, al fine di far cessare questa lenta agonia che ha coinvolto tutti gli impiegati, decisione che va presa con giudizio e nel rispetto delle normative vigenti.

Queste decisioni sono da prendere non a cuor leggero, sono scelte coraggiose e difficili, ricordiamolo.

Inoltre, da quanto ci risulta, gli stessi dipendenti più volte citati non ricevono lo stipendio da febbraio, marzo e da metà aprile. Altro particolare scabroso e inquietante per la tutela dei lavoratori, in quanto gli stessi sarebbero stati messi in cassa integrazione e la struttura ha deliberatamente sbagliato la domanda ottenendo la bocciatura della stessa domanda da parte dell’istituto nazionale della previdenza sociale.

Risultano esserci famiglie che non percepiscono sussidio (stipendio o cassa integrazione) da febbraio, come vi avevamo anticipato nelle righe soprastanti.

Alcuni dipendenti, inoltre, hanno ricominciato a lavorare nel mese di aprile ma della retribuzione dello stesso mese ancora non si hanno notizie.

I lavoratori della struttura hanno chiesto svariate riunioni e incontri con la dirigenza della struttura, quello che hanno ottenuto è stata ulteriore richiesta di pazienza e di tempo, rimandando gli stessi impiegati di settimane in settimane.

Nel frattempo, il personale infermieristico, non retribuito e con famiglie da sfamare, sta abbandonando la struttura per cercare con dignità un nuovo impiego che permetta loro di sostenere le stesse famiglie.

Non abbiamo parole per descrivere una situazione aberrante, paurosa e ai limiti del rispetto per il lavoro e la vita umana, invitiamo solo dirigenti e i proprietari della struttura ad una sana dose di vergogna.

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