Mer. Apr 24th, 2024

Si riunisce il 29 luglio il Consiglio Regionale della Calabria, che avrebbe dovuto provvedere alla nomina di alcune figure istituzionali presenti in tutte le regioni italiane. Uffici di tutela e di promozione dei diritti delle fasce deboli, che devono attendere la loro apertura – in alcuni casi, la riapertura – perché la politica ha deciso di rimandarle a dopo il voto di settembre.

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La scelta è stata motivata dal presidente dell’assemblea regionale, Filippo Mancuso, per non ingenerare possibili frizioni tra le parti politiche in seguito a nomine che potrebbero essere strumentalizzate da quanti intendono fare campagna elettorale sfruttando perniciosamente l’argomento, ma intanto i cittadini e i loro bisogni possono aspettare.

Uffici come il difensore civico, il garante per la salute e il garante per i disabili, non hanno mai visto la luce del sole in Calabria, nonostante sia la regione con il sistema sanitario più precario d’Italia, con ricadute sull’assistenza ai disabili. Ma, il garante per i detenuti – la Calabria anche in questo spicca, e non c’è bisogno di rimarcarlo -, il garante per l’infanzia e il Corecom (Comitato regionale di controllo sulle comunicazioni) sono vacanti da oltre due anni, nonostante abbiano lavorato con perizia e risultati più che soddisfacenti. Nessuna parte politica si è detta contrariata da questo rinvio, all’insegna di un accordo che equipara maggioranza e opposizione allo stesso livello di marcia.

Ed in ultimo, se le scelte sono oculate e basate sul merito, chi si assumerebbe la responsabilità di strumentalizzare? Forse i cittadini si attendono, piuttosto, che in campagna elettorale qualcuno si premuri di evidenziare che in Calabria i diritti vengono dopo delle priorità politiche.

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