Ven. Apr 19th, 2024

Il Forum Foreste della Calabria organizzato a Cosenza l’11 luglio scorso da Legambiente, in collaborazione con il Parco nazionale del Pollino, ha rappresentato un’importante occasione di discussione e confronto a diversi livelli sulla gestione delle foreste regionali.

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Nel corso del forum sono emerse le contraddizioni dovute ai ritardi nella pianificazione e gestione forestale sostenibile, ma sono state anche evidenziate le potenzialità ancora non espresse di un settore cruciale per la transizione ecologica e il raggiungimento degli obiettivi UE per la biodiversità e il clima e la bioeconomia circolare.  

La regione Calabria presenta un indice di boscosità tra i più elevati d’Italia pari al 40.6% e con oltre 600mila ettari di superfice forestale, ma anche la ricchezza di biodiversità forestale sottolineato, in particolare, dalle faggete del Pollino e dell’Aspromonte comprese nella rete transnazionale delle faggete mediterranee dell’Unesco. Tuttavia, a fronte di queste eccellenze, la gestione forestale attuata in Calabria è inadeguata a raggiungere gli obiettivi di tutela della biodiversità e di contrasto ai cambiamenti climatici previsti nel prossimo decennio, soprattutto a causa della mancata pianificazione forestale, dei ritardi nell’approvazione dei piani di gestione forestali (sono oltre 300 i piani in attesa essere approvati dagli uffici regionali), dell’assenza di certificazione secondo i principi della gestione forestale sostenibile.

In Calabria mancano statistiche forestali aggiornate sulla consistenza e qualità delle foreste (i dati più aggiornati risalgono al 2011) e poco si conosce dello stato di salute dei boschi calabresi che, come testimonia l’invasione della processionaria del pino, fenomeni fitosanitari devastanti esplosi da decenni sono stati messi sotto osservazione solo lo scorso anno. In sostanza, manca un piano di monitoraggio ed è scarsa la conoscenza dei rischi naturali (epidemie, siccità, incendi, etc…) aggravati dagli effetti del clima che cambia. Mancano dati ufficiali sul livello di utilizzazione dei boschi e sui prelievi forestali a causa di un sistema di autorizzazione farraginoso e non trasparente che negli anni ha permesso alla criminalità organizzata di infiltrarsi e condizionare un settore economico importante che oggi è, prevalentemente, schiacciato dal settore delle biomasse che ha generato un mostro economico, sociale e illegale: il 51% delle biomasse legnose per le grandi centrali proviene dalla Calabria. In regione sono presenti 4 grandi centrali a biomasse che hanno condizionato lo sviluppo delle filiere forestale calabrese che, nei fatti, si limita alla filiera energetica che alimenta la “monocultura” industriale di produzione di energia elettrica da biomasse per le grandi centrali. 

Legambiente sostiene l’uso delle biomasse per fini energetici, ma non può condividere quello che succede in Calabriadove, anche grazie agli incentivi nazionali ed alle agevolazioni regionali, si sta depauperando un patrimonio e si è bloccata la nascita di filiere forestali sostenibili. Occorre invertire la tendenza e passare ad un utilizzo sostenibile della filiera energetica da biomasse anche in Calabria per puntare sull’utilizzo a cascata delle risorse boschive secondo i principi della gestione forestale sostenibile e su piccoli impianti a ciclo combinato e con potenza inferiore a 1MGW.

Il Forum ha anche affrontato il tema della spesa nel settore forestale alla quale la Regione destina ogni anno, tra fondi nazionali e propri, 210 milioni di euro: una spesa imponente che deve essere qualificata e migliorata con obiettivi chiari e capace di valorizzare al meglio le proprietà pubbliche forestali e immobiliari gestite da Calabria Verde che deve dotarsi di un piano industriale moderno e in grado di sfruttare le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Legambiente manifesta apprezzamento per gli sforzi compiuti dalla Regione nel predisporre un Piano antincendio boschivo con importanti novità nella lotta attiva e nella vigilanza del territorio, ma sottolinea che ancora poco si fa per opere di prevenzione, soprattutto in accordo con i comuni per applicare meglio la legge 353/2000 e contrastare il fenomeno degli incendi di interfaccia che, generandosi nelle periferie urbane degradate dove il verde non viene gestito,  alimentano gli incendi in montagna. Durante il Forum, infine, è stata avanzata alla Regione una proposta, condivisa da tutti i relatori, di insediare un Tavolo di filiera legno con l’obiettivo di favorire una maggiore partecipazione e condivisione tra le istituzioni, il mondo della ricerca e le parti economiche e sociali interessate e garantire anche in Calabria l’attuazione delle Strategie nazionali e comunitarie per le foreste e la biodiversità, favorendo la transizione ecologica e la valorizzazione del settore forestale. 

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