Ven. Mar 29th, 2024

Titolari di aziende boschive, operai e agronomi-forestali hanno manifestato stamattina davanti la Cittadella regionale chiedendo che si ponga fine allo strazio che sta devastando le campagne, mettendo in ginocchio, in particolare, l’intero settore boschivo.

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Alla manifestazione hanno partecipato, secondo uno stima delle forze dell’ordine, circa 500 persone con 50 camion che sono stati posizionati nel piazzale e nei parcheggi della Cittadella. L’iniziativa è stata promossa dalle sezioni calabresi dell’Associazione nazionale produttori agricoli, di Liberi agricoltori e di Confcoltivatori.

IL DOCUMENTO

Un terremoto si è abbattuto sul mondo forestale calabrese, i boschi delle nostre montagne, sfruttati in maniera sostenibile, sin dai tempi dei romani, rischiano dopo secoli di utilizzo, di diventare dei vetusti musei ecologici abbandonati alla mercé delle fiamme. Tutto è incominciato nel febbraio scorso quando la giunta regionale, ha recepito con delibera le linee guida nazionali, sancendo che per poter procedere a qualsiasi tipo di attività selvicolturale è necessaria la valutazione di incidenza ambientale provocando così il blocco totale di tutte le attività forestale. Per fare capire meglio il disastro che si sta provocando, basta evidenziare il seguente dato: sono giacenti presso il dipartimento forestazione, da quasi 10 anni, più o meno 300 piani di gestione.

Facendo una media piano/ettaro, sono congelati a seguito della suddetta delibera di giunta, la bellezza di 90 mila ettari di boschi, che trasformati in soldoni corrispondono alla modica cifra di circa 27 milioni di euro. Questo è il danno attuale che i proprietari forestali, le aziende boschive, le aziende di trasformazione e chi lavora nei boschi rischia di subire! Non possiamo permettere all’economia calabrese questa sciagura, non possiamo permettere che qualche burocrate senza coscienza, faccia perdere il lavoro a migliaia di persone. Abbiamo tentato in mille modi e senza risultato la mediazione e il dialogo. Dopo una serie di promesse non mantenute, purtroppo, non ci resta altro da fare che protestare.

Non siamo solo preoccupati per la parte economica e lavorativa bensì anche per la cura e la manutenzione dei boschi, pratiche necessarie anche dal punto di vista di una corretta gestione delle acque superficiali, per prevenire il dissesto idrogeologico e soprattutto per prevenire gli incendi. Siamo pienamente convinti – aggiungono – che il bosco non debba essere lasciato a sé stesso, l’uomo deve intervenire per le necessarie pratiche di silvicoltura.

Chiediamo la modifica delle linee guida, chiederemo con forza e a gran voce che vengano approvati immediatamente i piani di taglio e contestualmente che gli interventi in essi contenuti non siano assoggettati all’autorizzazione di valutazione di incidenza ambientale (VINCA). A tal proposito invitiamo ancora una volta i nostri rappresentanti politici regionali a prendere spunto dalla Regione Toscana che ha saputo coniugare, nell’applicazione e introduzione delle linee guida, sviluppo sostenibile, tutela ambientale e paesaggistica.

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