Gio. Mar 28th, 2024

Sono stati assolti Antonio Criniti, di 32 anni, e Filippo De Marco, di 42, accusati di essere stati gli esecutori materiali dell’omicidio di Matteo Vinci, il biologo di 42 anni che mori’ il 9 aprile del 2018 a Limbadi, nel Vibonese, a causa dello scoppio di una bomba collocata sotto l’automobile su cui viaggiava insieme al padre Francesco, di 73 anni, che rimase gravemente ferito. La sentenza e’ stata emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro, Matteo Ferrante, a conclusione del processo con rito abbreviato. Il pubblico ministero, Andrea Mancuso, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, aveva chiesto la condanna all’ergastolo dei due imputati.

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Per Criniti e De Marco, difesi dagli avvocati Mario Tassone e Vincenzo Cicino (il primo) e Giuseppe Orecchio (il secondo) il Gup ha disposto la condanna, rispettivamente, a 10 anni e 10 anni e 8 mesi di reclusione per i reati di coltivazione, trasporto e spaccio di sostanze stupefacenti. Per quanto riguarda i reati in materia di droga, il Gup ha condannato anche Vito Barbara, di 32 anni, a 16 anni di reclusione (ne erano stati chiesti 20); Domenico Bertucci, di 29, a 8 anni (8 anni e 8 mesi); Pantaleone Mancuso, di 59, a 9 anni (9 anni e 2 mesi) e Alessandro Mancuso, di 24, a 3 anni e 4 mesi (7 anni e 8 mesi). I presunti mandanti dell’attentato ai danni di Matteo Vinci e del padre, Rosaria Mancuso ed il genero Vito Barbara, il 14 dicembre del 2021 erano gia’ stati condannati all’ergastolo dalla Corte d’assise di Catanzaro.

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