Ven. Apr 19th, 2024

“Risposta alle dichiarazioni dell’on. Vittorio Sgarbi”: non ci sta il dott. Eduardo Lamberti-Castronuovo a quanto affermato in Versilia dal critico d’arte, che ancora una ha chiesto lo spostamento dei Bronzi di Riace da Reggio Calabria

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“12 minuti di attacchi gratuiti: Sgarbi in difesa dell’indifendibile”. Titola così la lettera di Eduardo Lamberti-Castronuovo, in rappresentanza del Comitato per la tutela e la valorizzazione dei Bronzi di Riace, in risposta all’on. Vittorio Sgarbi, che ha proposto di portare i due Guerrieri a Roma “perché a Reggio Calabria sono prigionieri”. Delle parole che hanno suscitato la reazione di molti reggini, il critico d’arte si era detto consapevole, ma ha dato come sempre il suo parere senza pensarci troppo. “Il Guru della cultura italiana, onnipresente sulle tv locali e nazionali – ironizza il medico reggino – , anche durante le fasce protette – strano che lo sia – questa volta è stato beccato con le mani nella marmellata. E reagisce come quei bambini che, persa la battaglia con i coetanei contendenti, non avendo altri appigli, ricorrono agli insulti, coinvolgendo madri e sorelle del malcapitato. Allo stesso modo il ferrarese Sgarbi, mai cognome fu cosi onomatopeico, si lascia andare ad una serie di gratuite offese dedicate a chi scrive ed al Comitato per la difesa dei Bronzi di Riace”.

Il motivo del contendere? Secondo Lamberti-Castronuovo “è risaputo”. “L’iniziativa del paese di Marina di Pietrasanta, in Versilia, di immergere due copie dei bronzi nel suo mare, “alla presenza dell’uomo di Stato emblema, a torto o ragione, della cultura italiana. Noi del legittimo comitato, checché ne dica il sopracitato, non abbiamo contestato l’iniziativa né abbiamo criticato l’opera copiata bensì l’assunto, inaccettabile, che si stava realizzando una operazione culturale di spessore, tanto da meritare come padrino, un esponente qualificato, dal nome altisonante. Non solo. Ma è ancora più inaccettabile la colossale bugia, secondo la quale, si tratterebbe dell’avvio di uno studio per valutare le reazioni del bronzo, dopo un anno di immersione marina”.

Già in passato Sgarbi ci aveva provato. Più volte ha proposto di portare i Bronzi fuori dalla Calabria, nelle maggiori capitali d’Europa, magari una volta ogni cinque anni. “Ma davvero si può pensare che gli italiani, e per essi i calabresi, siano degli allocchi? – sottolinea Lamberti-Castronuovo – . Non spendiamo parole per spiegare la irrazionalità e la non scientificità dell’assunto, poniamo l’accento sulla circostanza che è stato declamato e diffuso per giustificare e upgradare un qualcosa che, nei fatti, è solo una trovata pubblicitaria, a dire il vero, di bassa lega. Legittima ma falsata nella sostanza. Di copie della Gioconda ne esistono a migliaia, ma non ci risulta che il paladino del turpiloquio, in pompa magna, abbia mai presenziato ad una inaugurazione dell’esposizione di un… falso. E men che meno, abbia proposto il trasferimento del capolavoro di Leonardo in altra sede, perennemente”.

Vittorio Sgarbi ha inoltre criticato la legge che impone alle opere di essere esibite nel Museo più importante della Regione in cui sono stati ritrovati. Questa norma vieterebbe, infatti, ai Bronzi di muoversi da Reggio Calabria. Il dottore reggino risponde anche a queste considerazioni del deputato: “ciò che turba, e molto, è il vedere e sentire un personaggio che dovrebbe rappresentare lo Stato, inveire contro dei rispettabili cittadini che non la pensano come lui, giocando maldestramente e stupidamente sul cognome, sullo spessore culturale e sull’appartenenza ad una regione meno fortunata della sua, senza neppure informarsi di chi e a chi stia parlando! Non solo ma permettendosi di dare del bugiardo a chi, altro non fa, che riportare quanto deciso dallo stesso Stato che lui malamente, rappresenterebbe. Ancora, tristezza ma non paura, incutono le sue minacce secondo le quali, quando lui sarà Ministro della Cultura (speriamo mai), predisporrà Leggi che abbattendo i veti del mondo scientifico (che allora esistono!) farà girovagare i Bronzi per ogni dove, nel mondo. Credo che dovrà passare sul cadavere di molti reggini! Se l’amor della patria è delitto… Non è provincialismo quello del Comitato e della maggior parte dei reggini, ma solo un desiderio estremo di tenere e difendere ciò che la storia ci ha assegnato, per favorire una legittima ripresa di una Terra generosa, ma sfortunata e depredata. Perché sfortunata ce lo spiega Leonida Repaci, nella sua lirica “quando fu il giorno della Calabria” e depredata perché la sua classe politica è di tale spessore infimo, che non riesce neppure a difenderla. Ricorderà il caro Solone ferrarese che sui libri di geografia, alle elementari, avrà appreso che il capoluogo della Calabria era proprio Reggio, ma oggi non lo è più! Ecco, vogliamo ripetere con i bronzi quello che abbiano subìto col capoluogo? Per finire tralascio tutte le intemperanze e gli epiteti gratuiti appiccicatimi, in modo inelegante, in ben dodici minuti di sproloqui”.

“Dico solo che chi io sia non è rilevante. Nelle discussioni ha importanza ciò che si dice, non chi. Comunque invito l’on. Sgarbi, (signori si nasce, onorevoli si diventa) a visitare il Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, da me realizzato allorquando ero esponente istituzionale, dove troverà opere di De Chirico, Migneco, Ligabue,Fontana e tanto altro. Non credo lo conosca. Cosi come mi farebbe piacere visitasse la mia biblioteca per prelevare gratuitamente molto che non ha mai letto, magari sugli autori Italiani di Calabria. Potremmo incontrarci. Dopo lo scontro televisivo con D’Averio i giornali parlarono di  Caporetto. Vuoi vedere che con Sgarbi parleranno di Waterloo? Ah, dimenticavo… questa volta ha risparmiato le capre!”, conclude la nota di Lamberti-Castronuovo.

strettoweb

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