Ven. Apr 19th, 2024

Il procuratore capo di Catanzaro è intervenuto nella Locride in occasione dell’incontro per i trent’anni dalla strage di Capaci e di via D’Amelio

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«Se oggi le mafie sono più ricche significa, a livello governativo e leggi in vigore, che l’attuale sistema di contrasto non può andare affatto bene. Ecco, quindi, perché il fenomeno, divenuto ormai globale, ha trovato terreno fertile per crescere ed espandersi in maniera esponenziale. Nell’ultimo governo, ad esempio, nella cosiddetta ‘agenda istituzionale’ non ho visto un particolare interesse nel mettere in atto quella che invece era una priorità: il contrasto, anche sotto l’aspetto normativo, alle mafie». A sostenerlo è stato il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, nel corso di un incontro pubblico organizzato dalla Città di Gerace, nella Locride, sul tema “A trent’anni dalla strage di Capaci e di via D’Amelio: riappropriarsi delle libertà negate e riconquistare i diritti fondamentali perduti”.

Al dibattito hanno preso parte anche Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil e, in videoconferenza, Antonio Nicaso, giornalista saggista e studioso dei fenomeni criminali. «Nell’ultimo anno e mezzo, in particolare – ha aggiunto Gratteri – ho notato, sul piano delle modifiche normative, un forte rallentamento nel cosiddetto contrasto alle mafie. È necessaria, invece, una forte inversione di tendenza altrimenti è inutile, ad ogni evento negativo, pormi la solita domanda: ‘La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani prima o poi finirà?’. Non sarà assolutamente così: se pensiamo questo allora posso tranquillamente anticipare e affermare, purtroppo, che la mafia finirà quando l’Uomo scomparirà dalla terra!». Sullo sconcertante titolo, a seguito dell’accordo della Regione Calabria con i medici cubani da mandare poi negli ospedali della Calabria, apparso sul giornale britannico “The Times” (“La Calabria è l’hub della mafia”), Gratteri oltre che contrariato è stato abbastanza diretto: «Questi sono giornalisti che non conoscono la Calabria o perché ci sono stati solo alcune ore o al massimo mezza giornata. Quelle del quotidiano britannico – ha concluso il magistrato – sono affermazioni generiche e anche devastanti per l’immagine della Calabria, una regione dove la ripresa, in diversi campi, c’è e si vede. Pure, infatti, sul piano economico sto notando importanti segnali».

«In questa nazione oltre al diritto alla legalità e al contrasto della criminalità organizzata, sono necessari, e non più rimandabili, altri importanti e vitali diritti: quello alla vita, al lavoro, al lavoro dignitoso e quella legato ad una sanità dignitosa quella, in particolare, che proprio in Calabria è ancora negata». A dirlo il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. «Sul lavoro, in particolare – ha aggiunto – non è più possibile assistere e stare fermi di fronte ad una vera e propria strage di vite umane: in Italia, infatti, ogni anno muoiono, in incidenti, circa 1.200 persone. Tutto questo perché sui posti di lavoro vengono rimosse regole importanti o forme di tutela necessarie o non rispettare. Questi, quindi, non possono essere considerati incidenti mortali sul lavoro ma omicidi», ha concluso il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri.

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