Gio. Mar 28th, 2024

Il Consiglio Comunale cauloniese ha approvato all’unanimità la proposta dell’ottimo assessore all’ambiente, l’ingegnere Antonella Caraffa, relativa al conferimento della cittadinanza onoraria postuma, al compianto Marco Niutta. Oggi, quindi, l’eroico giovane, che perse la vita, assieme ad un amico, nel tentativo di salvare due persone, sarà “cittadino illustre” di Caulonia. L’assessore Caraffa ha spiegato perché Marco merita questo riconoscimento. “La risposta è legata alle mie poche reminiscenze di latino” – ha espresso l’amministratrice comunale – “
“Illustre” deriva da “lux”, luce. “Illustrem” stava per “luminoso, raggiante”. E tutti noi possiamo convenire che non ci sono sostantivo e aggettivi più azzeccati per descrivere plasticamente Marco e il ricordo che tutti noi abbiamo di lui. Se adesso dico “Marco” subito ci appare il suo sorriso, la luce di un volto “raggiante”, un sorriso contagioso, una vita luminosa e illuminante. Non c’è solo questo, naturalmente. Al di là di questo aspetto “fisico” e anche sociale (che riguarda cioè il rapporto che lui aveva con gli altri e con la vita), c’è dell’altro. “Illustre”, per stare sempre al significato delle parole, è una persona straordinaria, lodevole, una persona in grado di raggiungere dei risultati.
Marco era un futuro medico brillante a soli 24 anni (sappiamo che è morto pochi giorni prima di discutere la sua tesi). La sua università, la Sapienza di Roma, che gli ha dedicato anche un’aula, ha pubblicato quella tesi dopo la morte di Marco. Nella sua tesi sono pubblicati i risultati delle ricerche di Marco su un innovativo metodo di intervento sul quarto nervo cranico. La sua tesi è stata così apprezzata in campo scientifico a tal punto che è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista Neurosurgical Review.
E ancora: Marco era quello che riusciva a fare risultato ovunque si applicasse. Era il sub professionista, quello dei record in immersione, il ventenne che faceva la traversata dello Stretto.

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C’è però un aspetto ancora più importante di Marco. Un aspetto decisivo, determinante a mio avviso, per riconoscere questa onorificenza postuma.
Marco era un cauloniese. Caulonia era il suo posto del cuore. Doveva sempre andare ma tornava ogni volta che poteva. In un’epoca di giovani che vogliono scappare, Marco era quello che voleva sempre tornare “a casa”. Nella sua terra, nel suo mare. E già a vent’anni diceva che questa terra e questo mare sarebbero stati i luoghi in cui avrebbe trascorso gli ultimi anni della sua vita. Qui trovava la sua pace nella vita. Qui ha voluto la sua pace nella morte, purtroppo arrivata troppo presto.
Insomma, Marco prima di essere “illustre” era un “cittadino”. Riconoscere a lui questa cittadinanza è il minimo che possiamo fare, come cauloniesi.

Mi capita di pensare spesso a lui, soprattutto quando arriva l’estate. E trovo sorprendente vedere come una vita così breve sia riuscita a insegnarci come vivere una vita intensa e felice: con il sorriso, con il senso del dovere, con l’amore per la famiglia, per la sua terra, per gli amici, con l’attenzione all’altro (ricordo quella volta in cui lui, giovane sub, si immerse per recuperare la dentiera che un signore aveva perso in mare).
Ricordo purtroppo anche il giorno dell’addio. Quel maledetto luglio di sette anni fa, le lacrime, le nostre mani verso il cielo, i palloncini rossi che volavano via, il pensiero di Marco che volava via con loro.

Possiamo fare poco noi oggi per lui, ma questo giorno vuole essere un modo per farlo tornare – idealmente – qui con noi, qui tra noi. Per sempre.” Concludendo l’ingegnere Antonella Caraffa ha detto:

“A Marco. Cauloniese che ha dato lustro e luce alla vita. Alla sua. E, per riflesso, anche alla nostra.”

Relazioni commosse si sono registrate sia da parte del sindaco Cagliuso, che ha fortemente voluto il conferimento, sia da parte del presidente del Consiglio Comunale, il medico Vincenzo Frajia, e della consigliera Luana Franco, che ha voluto fare un omaggio floreale alla mamma del compianto Marco.

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