Ven. Mar 29th, 2024

C’era chi procacciava i clienti, chi dava a disposizione la casa e chi teneva la contabilità. Ciascuno aveva un ruolo ben preciso per controllare, dirigere e amministrare le case di appuntamento a Squillace Lido, a Copanello e a Stalettì nel Catanzarese. E’ quanto emerge dall’ordinanza vergata dal gip Chiara Esposito e che ha portato i carabinieri a notificare 6 misure cautelari, di cui cinque ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con contestuale sequestro preventivo delle case di proprietà di Mario Astarita a Squillace Lido e a Copanello e quella di Gabriele Ricciardi ubicata a Roccelletta di Borgia.

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I singoli ruoli

Mario Astarita, secondo le ipotesi del sostituto procuratore Anna Chiara Reale, cedeva i suoi appartamenti in locazione ad Antonio Santoro per consentirgli di svolgere l’attività di prostituzione, tanto che i canoni di locazione erano direttamente proporzionali agli introiti derivanti dall’attività illecita. Antonio Santoro, affittuario, procacciava gli inquilini, tutti dediti al meretricio e i loro potenziali clienti. Lui era considerato il “punto di riferimento”, colui che forniva i servizi necessari e si rendeva disponibile per ogni eventuale richiesta, riscuotendone il corrispettivo. A tenere i registri delle prenotazioni degli alloggi la moglie di Antonio Santoro, Giuseppina Macrillò, colei che si interfacciava con le prostitute, nel caso in cui il marito non fosse prontamente disponibile, aiutandolo nella gestione degli appartamenti, mentre il fratello di Antonio Santoro, Luigi Santoro provvedeva a coadiuvarlo negli affari illeciti: dalla gestione degli appartamenti alla riscossione del denaro da parte delle escort. E poi c’era l’autista Giuseppe Migliazza che portava le lucciole dalle stazioni ferroviarie alle case. Gabriele Ricciardi avrebbe avuto lo stesso ruolo di Antonio Santoro, anche se su una location diversa, Roccelletta di Borgia, dove procacciava gli inquilini di casa dediti alla prostituzione e i loro potenziali clienti, grazie all’autista che su indicazione del primo garantiva i trasferimenti delle lucciole.

L’attività di indagine e il viavai di uomini a casa delle prostitute

L’attività di indagine è scattata in seguito alla richiesta di intervento di una donna risalente a marzo 2020, che aveva lamentato la presenza di un ragazzo che voleva entrare nella sua casa a Squillace Lido, cercando di scavalcare il cancello, ma spaventato dalle urla della donna se ne era andato a gambe levate. La donna ha riferito ai carabinieri che il giovane aveva scambiato la sua abitazione con quella di alcune prostitute che occupavano un appartamento poco distante dal suo, indicando loro il numero civico. I militari si dirigono nel luogo indicato, accertando la presenza di una donna che dichiarava di essere arrivata da qualche giorno a Squllace Lido e di svolgere l’attività di massaggiatrice all’interno della casa. E’ stata quindi richiesta al Comune di Squillace la visura dell’immobile  per risalire al proprietario: Mario Astarita che aveva ceduto a titoto gratuito la casa a Antonio Santoro in attesa di formale regolare contratto di locazione, almeno secondo quanto riferito dallo stesso Astarita, chiamato dagli investigatori a sommarie informazioni.

I soldi nascosti nel reggiseno e le  telecamere che incastrano gli indagati

Le richieste di intervento dei carabinieri per motivi analoghi finiscono per moltiplicarsi, i residenti della zona sottolineano l’afflusso continuo di uomini nella casa e i militari accertano che all’interno dell’abitazioni ci sono due donne, di nazionalità asiatica con abiti succinti, una di questa vista mentre ripone denaro nel reggiseno e dalla visione del telefono cellulare si constata il collegamento su un sito internet di incontri. In un’altra occasione è stata palesata la presenza all’interno della casa di una donna di origine domenicana che riferiva di fare la escort e che la casa gli era stata consegnata da Andrea (il falso nome di Antonio Santoro) per mille euro al mese, senza alcun contratto di affitto, dichiarando agli investigatori che veniva contattata dai suoi clienti attraverso il sito internet Bakecaincontri.com. Le attività investigative si intensificano con le intercettazioni e l’istallazione di telecamere, che consentono di fare quadrato sugli indagati e sull’attività di meretricio svolta all’interno dell’immobile. Un’attività intercettiva che ha portato alle stesse conclusioni su quello che accadeva all’interno della casa di Stalettì e dalle conversazioni di Migliazza è emerso il suo ruolo di autista non solo per il gruppo Astarita- Santoro- Macrillò, ma anche per Ricciardi che esercitava la stessa attività in un immobile di sua proprietà a Roccelletta di Borgia.

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