Gio. Apr 18th, 2024

Nell’inchiesta della Dda di Potenza che ha scosso l’intera Basilicata c’è un filone che riguarda presunte corsie preferenziali nella somministrazione dei tamponi anti-Covid, nella fase più difficile della pandemia, ovvero tra marzo e aprile 2020. Tra gli indagati spunta il nome dell’attuale sub commissario della Sanità in CalabriaErnesto Esposito, all’epoca dei fatti contestati dirigente generale del dipartimento Politiche della persona della Regione Basilicata. Il sub commissario della sanità calabrese, nominato dal Governo nazionale nel mese dello scorso dicembre, è indagato per peculato. 

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Appropriazione indebita

“Esposito e D’angola, all’epoca rispettivamente Direttore del Dipartimento Sanità della Regione Basilicata e responsabile della Task Force per l’emergenza sanitaria da Covid e direttore sanitario dell’Asp – scrive la Procura locale – sono indagati in concorso per appropriazione indebita perché avendo per ragione di ufficio o servizi il possesso o comunque la disponibilità dei tamponi molecolari naso oro faringei per il rilevamento del Coronavirus si sarebbero impossessati dei test molecolari che somministravano ad altre persone come fossero beni in loro privata disponibilità mentre si trattava di beni pubblici all’epoca destinati esclusivamente ai soli soggetti affetti da infezione acuta alle vie respiratorie, che pure all’epoca avevano difficoltà ad essere sottoposti al test disponibili sul territorio nazionale ed in Basilicata in misura ridotta ed in numero limitato e contingentato.

Nell’ordinanza è spiegato come Esposito somministrasse “i tamponi alle persone amiche asintomatiche che ne facevano espressa richiesta e che peraltro ricoprivano funzioni istituzionali appartenenti a consessi amministrativi della Regione Basilicata”. Secondo le carte della Procura, pertanto, “producendo un danno al patrimonio della pubblica amministrazione quantificato in 77 euro” a testa.

Altri indagati

Tra i nomi degli altri indagati, quindici in tutto, spunta quello del presidente della giunta regionale lucana Vito Bardi, dell’assessore regionale Francesco Fanelli (all’epoca dei fatti all’Agricoltura, oggi alla Sanità in quota Lega), dell’assessore regionale Donatella Merra (Infrastrutture, in quota Lega), dell’allora assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, neo eletto senatore di Fratelli d’Italia alle elezioni politiche del 25 settembre scorso. Gli indagati – come riporta la testata online Basilicata24 – hanno ottenuto il tampone anti-Covid nello stesso periodo in cui alcuni cittadini lucani, pur manifestando sintomi severi dell’infezione, dovettero supplicare per avere il test. E per alcuni il tampone arrivò quando ormai non c’era più nulla da fare.

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