Ven. Mar 29th, 2024

Ha risposto, argomentando ad ampio raggio e soprattutto difendendosi rispetto al gravissimo quadro
indiziario che Procura e Gip gli contestano nella vicenda che ha travolto l’istituto penitenziario
“Panzera” per il presunto caso di torture e violenze subite da un giovane detenuto napoletano. Per
ore il comandante della Polizia penitenziaria delle carceri di via San Pietro, Stefano La Cava, con al
fianco i difensori, avvocati Antonino Curatola e Alfredo Arcorace, ha affrontato ogni tema gli sia stato
sottoposto dal Gip Valerio Trovato e dal Pubblico ministero Sara Prezzan.
La sua posizione è inevitabilmente la più delicata: gli stessi inquirenti, come si evince dall’ordinanza
di custodia cautelare a carico dei 13 appartenenti alla Polizia penitenziaria (sei agli arresti domiciliari,
due sospesi dall’esercizio professionale, cinque con la misura in stand by e collegata all’interrogatorio
di garanzia ma dal quadro accusatorio più attenuato rispetto ai colleghi), hanno rimarcato nelle
conclusioni scenari di estrema violenza e pericolosità.

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