Gio. Mar 28th, 2024

Inaugurazione anno giudiziario a Reggio Calabria: omaggio al presidente uscente della Corte d’Appello Luciano Gerardis

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Si sta svolgendo questa mattina presso l’auditorium della scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, la cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Alla cerimonia stanno partecipando tante autorità e in apertura è stato adeguatamente omaggiato il presidente uscente della Corte d’Appello Luciano Gerardis, andato in pensione da poco. A sostituirlo è stato il presidente facente funzione, Bruno Muscolo, che con la sua relazione ha aperto la cerimonia. Nel suo intervento Muscolo ha sottolineato come “è indispensabile che, nel rendere giustizia, vi sia un apporto di sensibilità, di cultura, di valutazioni interpretative che si pongano sempre come fattori imprescindibili per un esercizio della giurisdizione rispettoso delle norme costituzionali, dell’esigenza di assicurare l’affermazione dei diritti e il perseguimento equilibrato delle condotte penali“.

Sono 7.783 i procedimenti penali pendenti dinanzi alla Corte d’Appello del Distretto giudiziario di Reggio Calabria, di cui 197 di Direzione distrettuale antimafia, 27 dei quali con un numero maggiore di dieci imputati. Processi, spiega Muscolo, “che con l’istituto dell’improcedibilità, che pare essere sorto in ragione della inoperatività della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, trova la sua ratio quale unico rimedio per evitare il fine processo mai, e però – aggiunge – se si considerano le gravi ed allarmanti carenze di organico registrate negli uffici di secondo grado e, in particolare, in questa Corte d’Appello, gli effetti di questo istituto possono essere dirompenti, nel senso che potranno sopravvenire numerose pronunzie di improcedibilità per l’obiettiva impossibilità di celebrare i giudizi nei termini stabiliti“. L’allarme del presidente Muscolo è supportato dai numeri della Corte d’Appello dove mancano “complessivamente 16 magistrati su 38 previsti in organico“. Oltre al posto lasciato dal presidente Gerardis, infatti, sono vacanti 14 posti di consigliere (pari al 51,85% di quelli previsti in organico), un posto di presidente di Sezione (pari al 20%) e uno di consigliere alla sezione lavoro (pari a 20%). “Questa elencazione delle scoperture – ha aggiunto Muscolo – non deve essere intesa come mera ‘lamentazione’ che è rappresentata ogni anno in occasione di questa cerimonia. Questa rilevazione ci induce, fermamente, a sottolineare l”allarmante’ situazione in cui versa l’Ufficio“.

Allarmante situazione che rischia di provocare disagi in relazione all’istituto dell’improcedibilità: “Con riguardo alla normativa alla cosiddetta riforma Cartabia, – ha aggiunto il presidente della Corte d’Appello – attualmente i procedimenti cui dovrà essere applicata la normativa sono solo 17 quelli risultano esitati. A regime, l’incremento dei ricorsi sarà sempre più consistente e l’appello non sarà facilmente definibile nei termini previsti, anche in ragione della concomitanza di processi complessi, di competenza distrettuale, prioritari rispetto a quelli ordinari“. I processi rischieranno di saltare da subito: “Si può ipotizzare – conclude Muscolo – che il decorso dei termini colpirà già in fase iniziale il 13% dei procedimenti, con progressivo incremento nel tempo“.

Bruno Muscolo, che in atto presiede il Collegio del processo ‘Ndrangheta stragista’, ha rimarcato anche “l’accresciuto pericolo della ‘ndrangheta, la capacità di infiltrare i pubblici poteri, nonostante l’impegno delle forze di polizia nelle azioni di prevenzione e di contrasto“. Il presidente facente funzione ha affermato che “le sopravvenienze mai diminuite, piuttosto incrementate in ragione di cronica carenza di organico, della sezione delle Misure di Prevenzione”, che ha emesso 19 ordinanze, patrimoniali e personali, in un Distretto in cui si registra, per ingiusta detenzione, la liquidazione degli importi complessivi più elevati registrati in ambito nazionale, con una pendenza di 300 procedimenti, vista la complessità dei processi alla criminalità mafiosa“. Il Presidente della Corte d’Appello facente funzione, infine, ha sottolineato quella che ha definito come “situazione disastrosa“, quella relativa ai 4588 processi pendenti dinanzi alla Sezione civile, “con durata prognostica di 4045 giorni“, poco piu’ di undici anni per ottenere una sentenza.

STRETTOWEB

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