Ven. Apr 19th, 2024

Tempo addietro, ho già raccontato, che un noto Monsignore della Curia Vaticana di Santa Romana Chiesa -il quale per altro ha ricoperto l’incarico di Sostituto della Segreteria di Stato di Sua Santità (così è l’appellativo ufficiale)- mi disse: “Anima candida, sei tra i nostri migliori allevati. Anzi godi della protezione della Santa Sede e ne sei di esclusiva emanazione, nella vita laica e politica. Fai come me e ricordatelo sempre, in quanto la tua pazienza, al pari della mia e della nostra, deve essere infinita ma non eterna”.
Quanta ragione ha avuto costui -tutt’ora in vita!- al pari del mio defunto amico -e tra i miei riconosciuto maestri (il quale mi ha insegnato molto, moltissimo, anche l’arte di reperire informazioni, schedarle nel mio archivio e a tempo debito, modo consono e ossequio di legge, utilizzarle)- cioè e mi riferisco a Francesco Cossiga, di cui uno dei suoi motti era: “dimentico ma ricordo”!
Ora se tanto mi da tanto, con in più che pure il sottoscritto ha un caratterino segaligno e sagace come i lorsignori succitati, persino io distribuisco prebende di buonsenso e consigli per dispenso, poiché le cialtroneie non le tollero, né per indole, né per formazione (dovuta, la medesima, anche a chi ho già menzionato, perciò fate vobis!).
Nella mia vita, mi sarò trovato (forse?) innanzi a più di un inclita -la rima è servita!- quindi ad essi aggiungiamo visionari -saranno monasteracesi?- i quali pensano che la ‘bilancia’ (della giustizia o delle modiche quantità ‘paramadiche’ in utilizzo a costoro, ove mai esistessero?), dicevo la bilancia pende a seconda di un discutibile (pre)giudizio e si riconoscerebbero in capo a me, persino un ulteriore potere, ovvero quello dell’ubiquità.
Forse, ancora una volta, ha ragione mia moglie, quando rivolge al mio indirizzo la consueta frase: “ma perché ti attiri sempre scemi, pazzi e spie?”.
Ecco, come darle torto?
Difatti, sulla scorta di tal premesse, mi sono trovato -per l’ennesima volta!- con deliri siffatti, durante la scorsa campagna elettorale comunale, della mia unica, sola e sempre amata Bovalino, allorquando un soggetto che ricorda tantissimo Aronne Tiberno, l’ebanista de ‘Il Marchese del Grillo’.
A parte il fatto che nelle vesti dell’aristocratico burlone romano io ci sto bene e a mio perfetto agio (pure in virtù di aver conosciuto personalmente, Alberto Sordi, che lo ha magistralmente interpretato), l’ebanista a cui penso, però ha in comune con quello cinematografico, solo tre cose: 1) entrambi sono tapini, seppur per attitudini e vocazione differenti, però sempre tapini; 2) hanno in comune lo sfottò dela loro controparte nobiliare (Aronne con del Grillo, il suffraggetto a cui penserei, con me!); 3) tutti e due, alla fine e come si dice a Roma…’sa a prennono en saccoccia’.
E già perché ‘il mio Aronne’, dal chiuso di una bottega, ha osato collocarmi nei pressi della sua medesima, in un giorno di giugno scorso, quando il sottoscritto era a 158,34 Km di distanza, ovvero quelli perfettamente conteggiati e che separano Bovalino (dove non ero) da Cirò (dove mi trovavo).
Inutile spiegare che se un ebanista -il quale a tempo perso ‘radiofoneggia (illudendosi come ciò sia una forma ‘pressoria’, dal punto di vista qualunquisticamente indebito) e sempre l’ebanista crede di saper scrivere o di esser attendibile, oppure di ‘boicottare’ -saraquesto il termine giusto?- pubblici ufficiali, la cosa mi fa ridere, orbene sbellicare dalle risate. E si, perché ricordo 'urbi et orbi' il mio senso dell'umorismo (maggiore anziché no, rispetto al di già riferito Marchese romano), poiché quando inizio a scherzare lo faccio persino a mezzo stampa, pure su quella internazionale, portando evidenze di discutibile (quindi negativa) comportanentalita altrui, al pari di come ho già fatto con ‘giornalai’ catanzaresi, i quali si sono trovati il loro nome -a causa di giuste stigmatizzazioni- ben oltre il raggio geografico che va da Marakesh al Bangladesh, oppure -tanto per ricordar Manzoni- “dalle Alpi alle Piramidi, dal Mazanarre al Reno”.
Si, proprio così, poiché per quanto mi riguarda (e per come ho fatto) la loro insulsaggine è stata divulgata da Polo Nord a quello Sud, cioè da Nadir a Zenit.
Poi è anche vero, verissimo, certo quanto il sorgere del sole ogni mattino, che se chi incede oltre maniera e non si arretra, mi fa passare ad altri metodi, ovviamente legali e deontologici, quali gli esposti al Consiglio di un ordine professionale ed ufficiale, senza timore di vedermi dare torto, non solo perché ho sempre ragione, ma perché,la dimostro pure e non indietreggio neanche mai.
Caro ‘il mio Aronne’, evita quindi di prestarti a pennivendolismo e più che mai a replicarmi, sennò continuo e continuo ancora, fino a far sentir il sibilo del sottoscritto, ben oltre uno stretto preciso, cioè quello di Messina, anzi fino alle stanze di una redazione nota, dove darò riscontro al mio dire e inconfutabile dimostrazione del tuo (cattivo) agire.
Buon Capodanno

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Vincenzo Speziali

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