Ven. Apr 19th, 2024

La verità è lontana. Il Reparto scientifico dei carabinieri ha trascorso molte ore, ieri mattina, alla ricerca di tracce ematiche, impronte digitali e elementi biologici nei due appartamenti posti al quinto piano della palazzina di via Montegrappa. Qualsiasi elemento potrebbe rivelarsi utile per fare piena luce sulla uccisione di Rocco Gioffrè, 75 anni. Il pensionato – come confermerebbe l’autopsia eseguita ieri sera – è stato colpito 37 volte: le lacerazioni riscontrate sul corpo sarebbero da taglio e da punta. I figli della vittima – assistiti dall’avvocato Francesco Gelsomino – chiedono sia fatta chiarezza su quanto accaduto. «Nostro padre» ha detto Giovanna Gioffrè «è stato ammazzato due volte: prima dalle coltellate e poi dal fango che gli è stato buttato addosso perché è stato fatto passare per un depravato e uno stupratore. Lui era un uomo pulito, dentro e fuori». E proprio i congiunti hanno segnalato ai carabinieri la presenza di gocce di sangue in prossimità della cassaforte del padre, ritrovata vuota. Sul punto le verifiche dei carabinieri sono state mirate. Utilizzando il “luminol”, i militari hanno individuato anche le particelle di liquido ematico che l’indagata aveva ripulito. L’appartamento in cui è stato rinvenuto il cadavere della vittima, durante i cinque giorni trascorsi dalla consumazione dell’omicidio fino alla confessione resa dall’assassina, era stato infatti rimesso a nuovo.
Tiziana Mirabelli, 47 anni, aspetterà in una cella del penitenziario di Castrovillari, l’evoluzione dell’inchiesta coordinata dal procuratore Mario Spagnuolo e dal pm Maria Luigia D’Andrea. Nei confronti della donna, rea confessa, difesa dall’avvocato Cristian Cristiano, il gip, Alfredo Cosenza, ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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Il nuovo intervento degli investigatori nel palazzo è legato alla necessità di verificare come siano andati i fatti. L’assassina, infatti, sostiene di essere stata aggredita e minacciata con un coltello che è poi riuscita a strappare dalle mani del pensionato. La donna ha riferito di avere infierito sull’anziano per reazione. La circostanza ha spinto l’avvocato Cristiano a palesare una possibile ipotesi di legittima difesa o di eccesso colposo di legittima difesa. Per la Procura, invece, si è al cospetto di un omicidio.
I carabinieri del maggiore Antonio Quarta hanno sequestrato il telefonino di Francesca Gioffrè, l’altra figlia del pensionato, sul quale la mattina di martedì 14 febbraio (quando l’uomo era già morto) sarebbero arrivati tre messaggi “rassicuranti” poi cancellati dal mittente. Il mittente era il cellulare intestato a Rocco Gioffrè che non è più stato ritrovato.
Tiziana Mirabelli non è tuttavia conosciuta in città come una persona violenta. Il suo medico curante, Maria Teresa De Marco, ci ha detto: «Ascoltando la notizia ho pensato si trattasse di un caso di omonimia. Nei contatti avuti con me si è sempre mostrata solare, era una persona normale. Devo ammettere di essere rimasta molto perplessa». Per capire bene come siano andate le cose bisognerà aspettare. Una domanda circola con insistenza: la donna ha avuto un complice? Copre qualcuno? Difficile, al momento, dare delle risposte.

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