Mar. Apr 16th, 2024

La federazione metropolitana di Europa Verde ritiene che sia arrivato il momento per le popolazioni dell’Area dello Stretto e zone contigue di chiedere un ragionevole, sostenibile e veloce sviluppo del loro territorio attraverso strumenti legislativi e tecnologie innovative già esistenti.

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        E per rispondere concretamente, e in tempi brevi, a questa domanda propone l’istituzione del PARCO NAZIONALE dello STRETTO e della COSTA VIOLA.

L’Area ne ha tutti i requisiti previsti dalla Legge quadro sulle aree Protette 394/91. Infatti, l’articolo 2 recita che i parchi nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.

  Non sembra di leggere la carta d’identità di quest’Area?

  E lo confermano i certificati delle Zone di protezione Speciale (sul lato calabrese la ZPS della Costa Viola e sul lato siciliano dalla ZPS dei Monti Peloritani e Area marina dello Stretto), la Riserva naturale di Capo Peloro, e delle Zone Speciali di conservazione tra le quali le ZSC Costa Viola e Monte S. Elia, Fondali di Scilla, Monte Scrisi, Spiaggia di Catona…

   E’ presente pertanto un sistema a tutela (ancora insufficiente) di un ambiente unico se si pensa che il cielo dell’area è pure scenario di una fondamentale rotta migratoria dell’avifauna tra l’Africa e l’Europa, e che il mare vede le migrazioni del tonno rosso, di cetacei, del pesce spada (la cui pesca è sottoposta a restrizioni), nonché è ricco di specie abissali, e che i fondali sono a prateria di Posidonia oceanica.

   Ma non solo. Il Quadro territoriale Regionale paesaggistico della Calabria (QTRP) ha colto i caratteri identitari dell’Area (geomorfologici, ecologici, urbani, storico-culturali e archeologici) includendola nell’Ambito paesaggistico territoriale regionale (Aptr) denominato Terre di Fata Morgana. L’ambito è stato a sua volta suddiviso nelle due Unità paesaggistiche territoriali (Uptr) Costa Viola (da Scilla a Palmi) e Stretto a Fata Morgana, individuando così un sistema territoriale coerente che per caratteristiche e ampiezza capace di attrarre, generare e valorizzare risorse di diversa natura.

   L’area protetta da istituire, dovrebbe comprendere in parte le aree già tutelate (le ZPS e ZSC), in parte quelle definite dal QTRP e altre porzioni di territorio anche antropizzato, prevedendo un’articolata zonizzazione (zone a diverso livello di protezione) anche in rapporto ai centri abitati e alle infrastrutture presenti.

 Parchi Nazionali della stessa tipologia in Italia sono quelli del Circeo nel Lazio e delle Cinque Terre in Liguria.

  Il Parco dello Stretto e della Costa Viola (Terre di Fata Morgana) per caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche (e mitologiche) sarebbe uno dei più importanti al Mondo (se non il più importante). Questo porterebbe in tempi brevi lavoro e benefici pratici ai cittadini, e un flusso turistico internazionale di portata inimmaginabile.

      Nel frattempo è necessario utilizzare almeno una parte delle grandi risorse finanziarie che si dice dovrebbero essere necessarie per costruire il ponte sullo Stretto, per apportare invece un profondo cambiamento nel trasporto marittimo, e consentire così un migliore, più veloce e più sostenibile attraversamento dello Stretto a tutti coloro che lo devono comunque attraversare oggi e dovranno attraversarlo nel futuro. Si dovrà puntare pertanto a un congruo numero di traghetti a basso impatto ambientale come ormai è la norma in tutti i tratti di mare e di acque dolci in molti paesi del Mondo. Ma anche in Italia ci sono esempi commerciali in questo senso. Leggendo il testo dell’ultima commissione ministeriale sul tema attraversamento stabile ci si rende conto che ci sono proposte in questa direzione: riqualificazione del naviglio veloce con l’acquisto di mezzi navali di nuova generazione a propulsione Elettrica o GNL (gas naturale liquefatto). Contestualmente si dovrà comunque liberare il centro di Villa San Giovanni dal giogo del traffico gommato con adeguate bretelle di collegamento con l’autostrada e adeguati polmoni di stoccaggio. Tutta l’area dei porti dovrà esse dotata di impianti solari ed eolici per rendere GREEN la mobilità dei passeggeri, e le infrastrutture in prossimità degli approdi. Il tutto rivolto all’efficientamento energetico e alla riduzione di gas serra.

       Europa Verde si augura che alte forze politiche, associazioni, centri culturali e comitati di cittadini… vogliano aderire a quanto sinteticamente riportato e proposto, e ribadire così la volontà di non essere ancora spettatori di decisioni (o false decisioni) che continuano a rallentare e mortificare lo sviluppo del loro territorio.

Gerardo Pontecorvo

Segretario della federazione metropolitana di Europa Verde

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