Sab. Apr 20th, 2024

I sottoscritti lavoratori, firmatari della presente comunicazione, operano nel settore della residenzialità psichiatrica presso le strutture sorte a cavallo degli anni 90 nella provincia di Reggio Calabria a seguito della chiusura dell’Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria, che tristemente aveva destato l’attenzione delle più prestigiose testate nazionali e della magistratura per via delle condizioni disumane in cui versavano i degenti. Il nostro lavoro, prestato presso i soggetti del privato sociale che gestiscono i servizi di riabilitazione, ha consentito la restituzione della dignità agli ospiti delle strutture che la precedente organizzazione dell’ente pubblico aveva negato.

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E’ ormai da più di 30 anni che ben possiamo dire di costituire l’asse portante su cui si regge un servizio, svolto per l’ente pubblico, che, diversamente da quanto accaduto nelle altre province, è stato attuato in conformità delle previsioni della legge “Basaglia”, con piccole strutture distribuite nel territorio. Ed è purtroppo da molti anni che l’ente pubblico medesimo bistratta questo servizio, in particolare noi lavoratori, i pazienti ed i familiari degli stessi. Prima abbassando drasticamente i livelli occupazionali per l’attività di riabilitazione, poi costringendo noi operatori a “riqualificarci” per svolgere mansioni di livello inferiore, poi arrivando persino a decretare un illogico quanto incivile, dal punto di vista sanitario, sociale e persino economico, blocco dei ricoveri nelle strutture dell’intera provincia che vige da ben 8 anni!

Ed il processo di riorganizzazione delle strutture stabilito dall’ente pubblico medesimo che avrebbe dovuto portare al transito delle strutture esistenti (tuttora a gestione “mista” pubblico-privato sociale) verso l’accreditamento in capo al soggetto del privato, non solo è già in ritardo di più di 6 anni, ma è stato anche gravemente disatteso nei provvedimenti recentemente adottati dalla Regione Calabria. Il blocco dei ricoveri, in uno con i provvedimenti adottati dalla Regione sta mettendo la parola fine ad un’esperienza che, pur tra innumerevoli difficoltà, ha costituito un punto di riferimento nel settore. Tutto ciò sta avvenendo sulla pelle degli ospiti delle strutture, dei pazienti che non trovano risposte alle necessità di cure. E sulla pelle di noi lavoratori, dimenticati ed abbandonati, dopo più di 30 anni di scrupoloso lavoro svolto con dedizione, ad un destino irriguardoso.
Comunichiamo al Commissario alla Sanità che, pertanto, stiamo avviando tutte le procedure per avviare, entro 15 giorni dalla presente e in ossequio alle normative vigenti, lo sciopero di noi lavoratori del comparto. Vogliamo altresì ricordare che trattandosi di strutture a gestione “mista” in cui la conduzione e la gestione del servizio sanitario è in atto contrattualmente in carico all’azienda sanitaria, resta all’ente pubblico il dovere di garantire i servizi essenziali e di organizzarsi, per tempo, al riguardo. L’attivazione dello sciopero verrà sospesa solo se, nei termini di 15 giorni, verranno sbloccati i ricoveri nelle strutture e verranno convocate formalmente le parti in causa in apposito “tavolo tecnico” per la definizione del procedimento di accreditamento delle strutture in capo ai soggetti del privato sociale in questione.

I LAVORATORI NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI DEL SETTORE PSICHIATRICO A GESTIONE MISTA ASP 5 – PRIVATO SOCIALE

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