Ven. Apr 19th, 2024

Triplicati rispetto allo stesso periodo del 2021 e 2022, i dati del Viminale. L’appello di Metsola: “Mediterraneo non resti cimitero di vite e speranze”

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Sono stati 20.017 i migranti sbarcati sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Un numero più che triplicato rispetto allo stesso periodo del 2022, quando erano stati 6.152, e del 2021, con 6.041 arrivi. Sono i dati forniti dal Viminale, aggiornati a oggi. La gran parte degli arrivi, 4.566 persone, sono concentrati negli ultimi giorni, dal 9 all’11 marzo. I minori non accompagnati arrivati Italia fino al 7 marzo sono 1.965. Quanto alla nazionalità dichiarata dai migranti al primo posto tra i Paesi di provenienza la Costa d’Avorio, con 2.410 arrivi, seguita da Guinea 2.380, Bangladesh 1.506, Tunisia 1.328, Pakistan 1.166.

L’APPELLO DI METSOLA – Arriva intanto l’appello della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, aprendo i lavori della plenaria a Strasburgo: “Dobbiamo resistere – dice – e non diventare insensibili alle tragedie. Non possiamo permettere che altre persone diventino statistiche senza nome. E non possiamo più accettare che il Mediterraneo rimanga un cimitero di vite e di speranze spezzate”.

“Le ultime settimane – continua Metsola – hanno visto altre vite perse in mare, altri sogni spezzati per sempre, altre madri e altri padri che non avranno più notizie dei loro figli, altri bambini, donne e uomini morti in circostanze disperate. Abbiamo un dovere, abbiamo la responsabilità di affrontare questo problema. Siamo una generazione di politici che non può ignorare questa realtà”.

“Il nostro Parlamento – ricorda – è riuscito a trovare un modo per procedere sulle migrazioni, che è giusto ed umano nei confronti di coloro che hanno bisogno di protezione, che è equo e fermo con coloro che non vi hanno diritto e che è forte con i trafficanti”, che sfruttano “i più vulnerabili e che approfittano della disperazione degli uomini. Tutti gli attori devono eguagliare quell’ambizione ed essere all’altezza delle promesse della nostra Unione”, conclude.

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