Gio. Mar 28th, 2024

Il provvedimento è la conseguenza di una misura di prevenzione richiesta e ottenuta già in primo grado dalla Procura Distrettuale di Bologna

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La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di confisca definitiva emesso dalla Corte d’Appello di Bologna, su richiesta del procuratore generale della Repubblica del capoluogo felsineo, nei confronti dei congiunti di un imprenditore edile originario di Cutro comune in provincia di Crotone. Il provvedimento è la conseguenza di una misura di prevenzione richiesta e ottenuta già in primo grado dalla Procura Distrettuale di Bologna. Il destinatario, imputato nella Operazione Aemilia poiché ritenuto in affari con un sodalizio ‘ndranghetista di derivazione cutrese attivo a Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, era stato colpito da un decreto di confisca nell’aprile 2021 che aveva riguardato beni per oltre 10 milioni di euro. Nella circostanza – scrivono gli inquirenti -, gli era stata comminata la misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con divieto di soggiorno nel Comune di residenza per un periodo di cinque anni. Gli accertamenti, svolti dalla Dia su delega della Procura Distrettuale di Bologna, avevano consentito di individuare una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati ed i beni nella disponibilità dell’imprenditore, anche tramite i propri congiunti. Con l’ultimo provvedimento della Corte d’Appello di Bologna è stata sottoposta a confisca definitiva la parte del patrimonio che era nella disponibilità dell’imprenditore ma intestata ad alcuni familiari e consistente in 3 imprese, 11 beni immobili (tra cui una villetta di pregio in provincia di Parma e 2 terreni in provincia di Crotone) e 3 rapporti finanziari, per un valore di oltre 4 milioni di euro. La restante parte del patrimonio (di diretto riferimento dell’imprenditore cutrese) è, allo stato, oggetto di un ricorso presentato alla Corte di Cassazione. Il patrimonio oggetto di confisca ai terzi, passato definitivamente nelle mani dello Stato, sarà amministrato dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità. L’odierno risultato si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali di tipo mafioso, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.

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