Ven. Mar 29th, 2024

Si avvicina, l’infausta data. Si avvicina come ogni anno, inesorabilmente, dolorosamente, quasi a squarciare – al solito suo!- anima e coscienze, di un Paese intero e, segnatamente, di una comunità tutta, quella democratica cristiana.
Si sa quanto sia forte, immensa, totalizzante, la mia devozione verso Moro (già…Moro, sempre Moro, solo Moro), epperò ciò non ferma la mia dichiarata, ancorché praticata attestazione di linea politica e morale, sulla base di fede e di scelta, di convinzione e di coerenza: sono per esserci, quindi restare, dalla parte giusta, ovvero dalla parte del Presidente.
Avrei voluto, fortissimamente voluto, essere io al posto del mio amico Marco Follini – nell’A.D. 1978 – alla guida del Giovanile DC e non una quindicina d’anni dopo, poiché, seppur a Marco ancora non l’ho detto, io so cosa avrei fatto, come mi sarei comportato, quale gesto avrei compiuto, che scelta avrei impersonificato. Insomma la posizione politica che avrei perseguito.
Si, avrei trattato, avrei riconosciuto e poi…poi, guerra totale, senza confini, come in un conflitto a difesa delle buone e giuste ragioni, per tutelare lo Stato, ma, sia ben chiaro, uno Stato secondo la Costituzione Italiana (ancora oggi vigente), che proprio Moro, alla Costituente, assieme si suoi colleghi di Partito, il mio Partito, la Democrazia Cristiana (per intenderci!) -e mi riferisco, tra gli altri, a Fanfani, Andreotti, Colombo, Rumor, Segni sr., Taviani e mio nonno (personale orgoglio e infinitamente superiore alla modesta persona del sottoscritto)- stilarono assieme, scrivendone le pagine più belle.

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Aldo Moro e Vincenzo Speziali


Dissero le BR: “la DC è il Partito Stato”. Si e allora? Lo eravamo e lo fummo, chiaramente non inteso come queste barbare canaglie vollero intendere, nel loro discutibile delirio propagandistico (che più di qualche miserabile giustifico`!), bensì lo fummo in gloria e volontà di una nazione e dei suoi cittadini, attraverso il libero consenso di una democrazia, seppur giovane, persino limitata da una “Guerra Fredda” -la quale solo noi, potemmo e sapemmo gestire al meglio (così come ci si ripropone di fare oggi al pari di ieri, sapendo solo Dio e magari qualche nostro ‘alleato’ in Terra, la necessità di averci ed anche in forze!).
Purtuttavia e comunque noi rappresentavamo la legalità costituzionale, la convivenza pacifica, non certo un arbitrio frutto di quella violenta “coercizione da domino incontrollato” (Aldo Moro, dalla sua prigionia, lettera a Francesco Cossiga).
Si, avrei riconosciuto io, proprio io, da Segretario Nazionale del Movimento Giovanile della DC, questa “controparte”, che controparte era, nei fatti e nei modi, pur in opposizione alla linea del Partito, ma dopo aver convinto e coinvolto, la mia di Direzione Nazionale, cioè quella del mio stesso Giovanile.
Avrei mosso “guerra” per legittima difesa dello Stato e dei suoi principi fondativi e fondamentali, alla base di quella stessa Costituzione sulla quale si giura per assurgere alle più alte cariche pubbliche; ma avrei trascinato assieme a noi giovani democristiani, quello stesso universo generazionale, alfine di far capire alle sacche dei facinorosi fiancheggiatori -persino composto dai nostri coetanei- la strada giusta, cioè indicando il percorso corretto, ovvero l’ossequio e la pratica in favore di una democrazia e di un popolo intero.
Ciononostante e cionondimeno, con pubblica dichiarazione, persino in osservanza dei trattati internazionali di guerra -eravamo in guerra, ma la guerra non fu dichiarata da noi, quindi dallo Stato, semmai ricevemmo tale dichiarazione, pur non volendola e non potendola subire!- dicevo essendo in siffatta condizione di aggressione istituzionale e statuale, una volta riconosciuti, li avrei chiesto scambio di prigionieri.
Al tempo stesso, però, avrei spinto le istituzioni ad affindare le nostre forze in campo, al migliore degli ufficiali, cioè il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (l’eroe italiano per antonomasia!), poiché avremmo puranche dovuto, scatenare la controffensiva totale, senza che questi assassini sovversivi, allorquando catturati, potessero aspettarsi equi processi, in ossequio alle garanzie di legge: loro stessi ci chiesero (pur non potendoselo permettere!) di essere considerati corpo di aggressione alle vestigia e all’autorità dello Stato, legalmente costituita e democraticamente riconosciuta, quindi giammai si sarebbe poi dovuto consentire benefici previsti a delinquenti, seppur (para)ideologici!
Ecco, questa è la politica, quindi a ciò sono stato abituato ed educato, formato, cresciuto ed allevato.
Soprattutto, se proprio non è stato possibile non salvare Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro), che almeno io – con chi a lui teneva e continua a portarlo nel cuore come me- dicevo, che almeno si possa vivere, non so quando -epperò per quanto potrò, farò in modo di renderlo possibile- un diverso 9 Maggio.
Ovviamente, con verità e continuo tributo, nei confronti di un uomo, anzi di un “gigante”, vissuto da santo e morto martire.

Vincenzo Speziali

Vincenzo Speziali

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