Ven. Apr 19th, 2024

L’ARSAC, l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese, il cui direttore generale è il dottore agronomo Bruno Maiolo, sta proseguendo con il ciclo di seminari “Agricoltura e…”, organizzati presso il Centro Sperimentale Dimostrativo di Lamezia Terme, diretto dalla divulgatrice agricola, dottoressa agronoma Luigi Iuliano. Mercoledì 24 maggio, alle ore 10:00, avrà inizio il secondo appuntamento, “Agricoltura e letteratura”, il cui tema sarà una presentazione del romanzo “Furore” dello scrittore statunitense, premio Nobel per la letteratura, John Steinbeck. A curare la presentazione e a leggere alcuni brani del libro, sarà il divulgatore agricolo ARSAC, dottor Silvano Molfese. Una iniziativa di alto livello, quella del CSD ARSAC di Lamezia, che punta alle innovazioni, oltre che colturali, anche e soprattutto, culturali. Il romanzo del grande autore statunitense è ambientato negli anni ’30 dello scorso secolo, negli USA. Le tempeste di sabbia, la Grande Depressione e soprattutto l’avvento delle macchine agricole costringono i contadini ad abbandonare le loro case e i terreni che con sangue e sudore hanno coltivato. Il raccolto non è più sufficiente, le banche reclamano profitti maggiori, dunque non c’è più spazio per la mezzadria: saranno le macchine a sostituire l’uomo, espulso da quella terra che era stata per lui sinonimo di vita. Inizia così la lunga migrazione di tutti quegli agricoltori che dal Midwest sono costretti a marciare verso Ovest, verso la California, verso quelle terre dove c’è ancora bisogno di manodopera umana. E tra questi migranti c’è la famiglia Joad: tre generazioni in viaggio forzato, nonni, genitori, figli, costrette a ricominciare da zero, ad abbandonare tutto ciò che avevano costruito. Per cercare fortuna? No, per cercare lavoro nei campi, che assicuri loro sopravvivenza. Semplice, sopravvivenza. Grazie all’iniziativa ARSAC, si potrà, attraverso la lettura e la spiegazione, viaggiare con i Joad, i protagonisti, comprendere il loro stato d’animo, che può essere simile a quello di molti agricoltori delle nostre zone, soffrire con loro, respirare la polvere e l’odore di terra che hanno respirato loro. Non si potrà, quindi, fare a meno di empatizzare con questa famiglia che, seppur senza nulla in mano, si aggrappa alla vita con le unghie, superando gli ostacoli con una dignità e un coraggio che non vengono mai meno. Si potrà, inoltre, capire che anche se la situazione generale è migliorata, si potrebbe ritornare a quella triste realtà, se non si avvierà una inversione di tendenza, quindi al non abbandono della terra e al sostegno massimo verso l’Agricoltura e gli operatori agricoli. L’ARSAC, da anni, grazie ai suoi divulgatori e tecnici di altissimo livello, si muove in questa direzione.

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