Sab. Apr 20th, 2024

Primi indagati per il mancato soccorso del caicco “Summer Love”, naufragato lo scorso 26 febbraio
davanti alle coste di Steccato di Cutro causando la morte di almeno 94 migranti. Sotto accusa sono
finite sei persone: Alberto Lippolis, 48 anni, tenente colonnello e comandante del Roan (Reparto
operativo aeronavale) della Guardia di finanza di Vibo Valentia; Antonino Lopresti (52), luogotenente
dello stesso reparto; e Nicolino Vardaro (49), comandante del Gruppo aeronavale delle Fiamme gialle
di Taranto. Devono rispondere dei reati di rifiuti di atti d’ufficio e concorso in omicidio colposo e
naufragio colposo. Mentre le identità degli altri tre sono state omissate così come le contestazioni che
gli vengono mosse dalla Procura di Crotone. È quanto emerge dal decreto di perquisizione e
sequestro firmato dal sostituto procuratore, Pasquale Festa, il titolare del fascicolo, che è stato
eseguito ieri mattina dai carabinieri del Reparto operativo del nucleo investigativo di Crotone nelle
sedi di Fiamme gialle e Guardia costiera. Gli inquirenti hanno requisito telefoni e computer, sia
personali che di servizio, degli indagati al fine di eseguire una serie di accertamenti relativi alle
comunicazioni formali e informali che sono intercorse la notte in cui s’è verificata la tragedia del mare.
La ricostruzione dei fatti messa nero su bianco dal pm inizia alle 22.26 del 25 febbraio, quando l’areo
“Eagle” di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, segnala alla sede di
Varsavia la presenza di un «target sospetto» – ossia l’imbarcazione che sarebbe affondata qualche
ora dopo – «diretto verso le coste calabresi». L’avviso viene inviato al Centro di coordinamento dei
soccorsi di Pratica di mare, che a sua volta lo inoltra al Comando generale della Guardia costiera. Il
quale, alle 23.30, classifica la segnalazione come «evento migratorio». A stretto giro, viene informato
il Centro marittimo di ricerca e soccorso di Reggio Calabria sebbene «senza particolari indicazioni».
Segue la decisione di Lopresti e Lippolis che – secondo il pubblico ministero – avrebbero disposto
«l’impiego della motovedetta V5006» per intercettare il natante. Ma la “V5006” – riporta il decreto –
sarebbe rimasta nel porto di Crotone facendo solo un accenno di uscita per la navigazione a causa
delle «condizioni marine avverse».

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stralcio articolo di Antonio Morello Crotone (fonte Gazzetta del Sud 02.06.2023)

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