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18 Mar 2025, Mar

Le recenti voci sul futuro della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) hanno suscitato grande interesse tra tifosi, addetti ai lavori e media. Tra le figure più menzionate per la successione di Gabriele Gravina alla presidenza della FIGC, uno dei nomi che sta emergendo con forza è quello di Alessandro Del Piero, ex capitano della Juventus e simbolo del calcio italiano. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui Del Piero potrebbe essere la scelta giusta per guidare la FIGC e perché sarebbe una mossa tanto necessaria quanto positiva rispetto all’attuale gestione di Gravina, che negli ultimi anni ha mostrato numerosi limiti e contraddizioni.

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La Figura di Alessandro Del Piero: Un Leader Capace di Rinnovare il Calcio Italiano

Alessandro Del Piero non è solo uno dei calciatori più amati e rispettati d’Italia, ma è anche una figura che ha saputo incarnare i valori di leadership, professionalità e passione per il calcio. La sua carriera, tanto a livello di club quanto internazionale, lo ha visto protagonista di trionfi storici, come la vittoria del Mondiale 2006 con la Nazionale e innumerevoli successi con la Juventus, di cui è stato capitano per molti anni.

Tuttavia, le sue qualità non si limitano solo al campo. Del Piero ha sempre dimostrato una grande capacità di comunicazione e di gestione, qualità che si riflettono nella sua post-carriera, dove ha intrapreso attività di imprenditore, commentatore sportivo e ambasciatore del calcio italiano nel mondo. Del Piero ha una visione globale del calcio e, soprattutto, una consapevolezza delle necessità di cambiamento per far crescere il movimento calcistico italiano. La sua capacità di saper dialogare con i diversi attori del sistema calcio – dai giocatori ai dirigenti, dai tifosi alla stampa – lo rende un candidato ideale per un ruolo dirigenziale di alto livello.

Ma perché Del Piero sarebbe la scelta migliore per la presidenza della FIGC? In particolare, perché sarebbe una valida alternativa alla leadership di Gabriele Gravina, che dal suo insediamento nel 2018 ha mostrato gravi limiti nella gestione della Federazione.

Gabriele Gravina: Le Carenze di una Presidenza Inadeguata

Gabriele Gravina è stato eletto presidente della FIGC nel 2018, in un periodo di grandi sfide per il calcio italiano. La Nazionale, reduce dalla clamorosa non qualificazione al Mondiale 2018, necessitava di una figura forte, capace di rilanciare l’immagine del calcio italiano, ridare vigore al sistema e progettare il futuro della federazione. Tuttavia, in questi sei anni di presidenza, la figura di Gravina è stata sempre più percepita come distante dai veri bisogni del movimento calcistico italiano.

1. La gestione della Nazionale e la mancata continuità tecnica

Uno dei principali difetti del suo mandato è stato proprio quello di non aver saputo gestire la Nazionale in modo coerente. Nonostante il successo dell’Europeo 2021 sotto la guida di Roberto Mancini, la gestione della Nazionale è stata segnata da alti e bassi, con una notevole difficoltà nel mantenere una continuità di risultati e di progetto tecnico. Dopo la clamorosa eliminazione nella qualificazione al Mondiale 2022, la FIGC si è trovata nuovamente a fronteggiare una crisi, senza una direzione chiara e senza una leadership in grado di affrontare le difficoltà. Gravina non è mai riuscito a gestire con determinazione le questioni legate alla successione di Mancini, creando un clima di incertezza.

2. Il fallimento nella riforma del calcio italiano

Altro punto dolente della gestione Gravina è la sua incapacità di promuovere una vera riforma strutturale del calcio italiano. Il sistema calcistico italiano, a livello di club e di competizioni, continua a soffrire di inefficienze croniche: dalla gestione dei diritti televisivi, alla mancanza di un’organizzazione moderna e al passo con i tempi. Nonostante i numerosi proclami e le promesse di cambiamento, il calcio italiano è ancora molto lontano da una riforma efficace che possa garantirne la competitività internazionale. Le disastrose performance delle squadre italiane nelle competizioni europee sono un chiaro sintomo della stagnazione che ha caratterizzato la gestione di Gravina. In questo scenario, la leadership di Del Piero potrebbe segnare una svolta, portando con sé una visione innovativa, fondata sulla modernizzazione e sull’equilibrio tra tradizione e futuro.

3. La gestione controversa dei diritti televisivi e l’isolamento internazionale

Nel corso del suo mandato, Gravina ha gestito in modo discutibile le negoziazioni riguardo ai diritti televisivi, una delle principali fonti di reddito per le federazioni calcistiche. Il calcio italiano ha perso terreno rispetto ad altre leghe europee, non riuscendo a capitalizzare a sufficienza dalle trasmissioni televisive. Inoltre, Gravina ha spesso fallito nel promuovere un’immagine forte del calcio italiano all’estero, limitandosi a risposte troppo timide di fronte a questioni globali come la Superlega o la modernizzazione del gioco.

4. La comunicazione e la gestione della crisi

Un altro aspetto che ha suscitato molte critiche è la gestione della comunicazione. Gravina è stato percepito come una figura troppo discreta, incapace di trasmettere una visione chiara e di farsi portavoce delle istanze dei tifosi e dei professionisti del settore. Le crisi, come quelle legate alla mancata qualificazione ai mondiali, sono state mal gestite e spesso non accompagnate da azioni concrete. Del Piero, al contrario, è un comunicatore nato, capace di affrontare le difficoltà con determinazione e di ispirare fiducia in momenti di crisi.

Perché Del Piero sarebbe perfetto per la presidenza della FIGC

Alessandro Del Piero potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il calcio italiano, sia a livello nazionale che internazionale. Le sue qualità di leader e il suo profondo legame con la cultura calcistica italiana gli conferiscono il carisma necessario per risollevare la FIGC da una gestione che ha deluso molte aspettative. Ma sono soprattutto le sue competenze e la sua visione che potrebbero fare la differenza:

1. Un nuovo approccio alla gestione della Nazionale

Del Piero ha una grande conoscenza del mondo del calcio e potrebbe affrontare la questione della Nazionale con una visione moderna e proattiva. Sostenere la crescita dei giovani, valorizzare i talenti emergenti e migliorare la gestione degli allenatori sono aspetti fondamentali per un progetto che guardi al futuro. Del Piero ha dimostrato di essere un grande leader in campo e fuori, con una solida esperienza internazionale, e potrebbe unire la passione dei tifosi con una programmazione tecnica di alto livello.

2. Una riforma del calcio italiano

Del Piero ha sempre mostrato grande interesse per la modernizzazione del calcio italiano. La sua esperienza internazionale, combinata con una visione pragmatica, potrebbe essere l’elemento decisivo per trasformare il nostro campionato, la Serie A, in una lega più competitiva e attrattiva per i talenti di tutto il mondo. Una maggiore apertura a nuove idee e una gestione più trasparente delle risorse potrebbero, inoltre, migliorare la competitività internazionale dei club italiani.

3. Un miglioramento della comunicazione e dell’immagine internazionale

Del Piero è un personaggio che, al di là dei confini nazionali, gode di un grande rispetto. La sua capacità di rappresentare l’Italia e il calcio italiano all’estero sarebbe un vantaggio enorme, riuscendo a riportare il nostro paese al centro della scena internazionale. La sua comunicazione diretta e chiara sarebbe un punto di forza, soprattutto in un periodo in cui la comunicazione digitale è fondamentale per costruire una relazione di fiducia con i tifosi e con le altre federazioni.

Conclusioni

In sintesi, Alessandro Del Piero rappresenta una figura che incarna i valori del calcio italiano, ma con una visione moderna e riformista che potrebbe rivelarsi determinante per rilanciare la FIGC. La sua esperienza, la sua leadership e la sua capacità di comunicare efficacemente lo pongono come candidato ideale per la presidenza della Federazione, in un momento storico in cui l’Italia ha bisogno di un cambiamento radicale e positivo. Gabriele Gravina, purtroppo, ha deluso molte aspettative e non ha saputo rispondere alle sfide del calcio contemporaneo, lasciando il paese in una posizione di stagnazione. Del Piero, al contrario, rappresenta la speranza di una nuova era, capace di ridare lustro e competitività al calcio italiano.