Ven. Ott 4th, 2024

Carabinieri sequestrano casa di risposto abusiva nel Reggino

  • Doveva essere una struttura residenziale per anziani e invece,
    secondo i carabinieri, era un “ghetto” in cui gli ospiti non ricevevano una qualificata assistenza ed erano
    costretti a vivere in un ambiente insalubre e pericoloso dove venivano addirittura controllati da un
    impianto di videosorveglianza.
    Il tutto in una zona isolata di Bova Marina, al centro di un terreno agricolo dove tre soggetti, un
    meccanico di 54 anni e due disoccupati, un 48enne e una donna di 46 anni, lontano da occhi indiscreti
    avevano realizzato una struttura ricettiva per anziani all’interno di uno stabile abusivo, edificato in
    metallo, pannelli coibentati e container ad uso abitativo, in violazione del piano di assetto idrogeologico,
    con scarichi a cielo aperto, impianto elettrico non a norma con fili e prese volanti.
    La casa per anziani abusiva è stata smantellata grazie all’attività dei carabinieri della compagnia di
    Melito Porto Salvo insieme ai militari del Nas di Reggio Calabria e a quelli della stazione carabinieri
    forestale che hanno denunciato in stato di libertà i responsabili della struttura, originari di Bova Marina,
    per esercizio abusivo di professione, abbandono di persone incapaci, abusivismo edilizio ed indebita
    percezione del reddito di cittadinanza.
    All’interno della casa per anziani, in precarie condizioni igienico-sanitarie, i carabinieri hanno trovato
    quattro degenti ottuagenari, affetti da disabilità fisiche e psichiche di diversa gravità, non autosufficienti e
    bisognosi di continua assistenza medica, infermieristica e farmacologica. Le telecamere trovate lasciano
    presupporre agli inquirenti che la presenza degli indagati sul posto fosse limitata durante la giornata.
    Nello stabile, sottoposto a sequestro, c’erano farmaci, dispositivi medici e derrate alimentari recanti la
    marchiatura “Aiuto Ue – Fead” (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti). Gli anziani, in discrete condizioni
    di salute, sono stati invece affidati ai familiari o a strutture sanitarie accreditate del territorio.
    L’attività investigativa è coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, guidata da
    Giovanni Bombardieri, che deciderà come procedere nei confronti dei tre gestori della casa di riposo
    abusiva.