Sab. Ott 5th, 2024

Gli appartenenti al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria avrebbero rivenduto i dati di persone fisiche e giuridiche

Nella mattinata odierna i militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cosenza hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il Giudice per le indagini
preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica, ha applicato
la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di sei indagati, tra cui due finanzieri in
servizio presso il medesimo Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, sulla base della
ritenuta sussistenza della gravità indiziaria in ordine ai reati, rispettivamente, di associazione a
delinquere, accesso abusivo a sistema informatico e corruzione.
Contestualmente il G.I.P., su richiesta della Procura di Catanzaro, ha disposto il sequestro preventivo
delle somme di denaro ritenute corrispondenti al prezzo del reato.
La misura cautelare fa seguito a quella già applicata in data 12 luglio 2023, nei confronti di quattro
soggetti, tre dei quali interessati anche dalla misura odierna, per la ritenuta sussistenza della gravità
indiziaria in ordine ai reati di accesso abusivo a sistema informatico e corruzione.
Gli ulteriori approfondimenti, delegati da Questo Ufficio ai militari della Guardia di Finanza del
Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, hanno delineato la gravità indiziaria, che
necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, anche con riferimento
alle ulteriori ipotesi di reato di associazione a delinquere, corruzione e accesso abusivo al sistema
informatico.
Secondo le ipotesi di reato formulate – e dal GIP ritenute, allo stato, assistite da gravità indiziaria – i
responsabili di una società informatica, si sarebbero avvalsi, con la mediazione di altri soggetti, dei
militari della Guardia di Finanza coinvolti nella vicenda, per estrapolare una mole formidabile di dati
relative a persone fisiche e giuridiche, cui procedevano, i predetti militari, mediante accessi abusivi a
sistema informatico, a fronte del corrispettivo di rilevanti somme di danaro; i dati illecitamente estratti
sarebbero stati, successivamente, commercializzati dalla società informatica, con un considerevoleincremento del proprio fatturato.

Continua....


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