L’ex segretario del Pd attacca duramente il governo e l’autonomia differenziata alla chiusura della Festa de l’Unità a Bagnara: «Non governano, pensano solo ai loro interessi».
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Pierluigi Bersani, sempre schietto e incisivo, ha chiuso la Festa metropolitana dell’Unità a Bagnara Calabra con una forte critica al governo Meloni e alla situazione politica attuale. «Meloni dice di fare la storia, ma quale storia? Stanno portando avanti solo una rivincita neo-missina, e l’Italia non ha nulla da guadagnare da questo». L’ex segretario del Pd ha commentato anche le dimissioni del ministro Sangiuliano, definendole il risultato di «un mix di arroganza e vittimismo» che caratterizza l’operato del governo attuale. Bersani ha esortato l’esecutivo a concentrarsi sui reali problemi del Paese, come sanità, salari ed economia, anziché continuare a vantarsi di un presunto protagonismo storico.
In un contesto politico caldo, segnato dalle polemiche sull’autonomia differenziata e dalla mobilitazione del Pd nelle piazze, la festa di Bagnara ha visto la partecipazione di importanti esponenti del partito. Il segretario provinciale Antonio Morabito ha sottolineato l’impegno del Pd «tra la gente e per la gente», mentre Nicola Irto, segretario regionale, ha parlato di una «estate militante» che culminerà con la festa regionale a Taverna, in provincia di Catanzaro.
L’autonomia differenziata è stato un tema centrale degli interventi. Bersani ha criticato aspramente il progetto, definendolo un pericolo non solo per il Sud, ma anche per il Nord, che perderebbe la sua competitività in Europa se il divario tra le regioni aumentasse ulteriormente. Ha descritto il progetto come un’esplosione della burocrazia, in contraddizione con le promesse di semplificazione.
Nicola Irto ha ribadito l’importanza di una mobilitazione popolare per contrastare l’autonomia differenziata, definendola un’eredità della vecchia idea di secessione della Lega Nord. Per lui, l’unica strada per essere competitivi in Europa è crescere insieme come Paese.
Anche il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha usato parole dure, definendo l’autonomia differenziata una «legge fascista», in quanto mina i principi di uguaglianza e democrazia sanciti dalla Costituzione. Ha avvertito che i primi effetti negativi sono già visibili, con risorse sottratte alla sanità del Sud per essere destinate altrove, aggravando ulteriormente la situazione degli ospedali locali.