di Raffaella Silvestro
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De Magistris parla alla pancia degli elettori
e fa un’insalata di concetti, soprattutto sul
Servizio sanitario regionale. Proietta nell’immaginario
collettivo la riapertura degli ospedali, ma non dice come
dovrebbe avvenire né fa alcun riferimento alla necessità di
rivedere la rete dell’assistenza ospedaliera”. Lo afferma il
deputato M5S Giuseppe d’Ippolito.
“Il sindaco di Napoli – prosegue – mette insieme la
telemedicina con il problema dei medici del 118, che richiede
soluzioni quadro a livello nazionale, cui stiamo lavorando. de
Magistris allude poi all’emigrazione sanitaria da 310 milioni
annui ma non dice che in Calabria c’è un risaputo mercato in
ambito sanitario, con precisi contatti e strategie per portare
malati al Nord, specie di cuore. Non sa che il Movimento 5
Stelle fu determinante per attivare la Cardiochirurgia pubblica
di Reggio Calabria, che era ferma da anni e oggi garantisce
interventi e cure di qualità a centinaia di calabresi. Noi, che
invece entriamo nel merito delle questioni, pensiamo che: il
Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale debba cessare
attraverso un accordo con lo Stato, visto che dal ’99 ad oggi la
Calabria non ha ricevuto almeno 3miliardi e 300milioni che ha
invece speso per assicurare l’assistenza dei malati cronici;
nell’immediato, sollecitati i ministeri dell’Economia e della
Salute, vadano sbloccati i primi 60 dei 180 milioni che il
parlamento ha già destinato alla sanità della nostra regione,
che di conseguenza potrà procedere ad assunzioni rapide di
personale, per come previsto dalla seconda legge Calabria; la
rete dell’assistenza ospedaliera deve essere al più presto
rivista sulla base delle specificità territoriali, considerato
che la Calabria ha un interno molto poco raggiungibile e
caratterizzato da un clima piuttosto rigido; la telemedicina è
una possibilità, ma occorre tenere conto che l’ultimo miglio
della fibra ottica è di rame, quindi non abbiamo ancora una vera
banda ultra-larga e allora è più utile rafforzare le strutture
territoriali, anche in termini di prevenzione, l’illustre
sconosciuta; la politica deve poter intervenire con urgenza (e
competenza) nella programmazione sanitaria, anche alla luce
della recente sentenza della Consulta che ha meglio chiarito i
rapporti tra Stato e Regione in fatto di sanità, sicché vanno
riprogettate le reti assistenziali e a riguardo va rivisto con
attenzione il rapporto tra pubblico e privato; il futuro
Consiglio regionale dovrà essere in grado di agire a tutti i
livelli per rimuovere le incrostazioni di potere (e dipendenza
da certa, insana politica) che esistono nelle aziende del
Servizio sanitario calabrese; sulla ricostruzione dei bilanci
delle aziende pubbliche della salute vada fatto un lavoro, anche
politico, di profondità, tenendo lontani tutti i responsabili
amministrativi delle contabilità sballate o falsificate; gli
elettori debbano essere chiamati alla piena collaborazione,
visto che tra politica e sanità privata esistono troppi forti
legami di interessi”.
“Questi – conclude d’Ippolito – sono soltanto alcuni punti
concreti, ma avremo modo di discuterne e confrontarci nelle
nostre iniziative pubbliche”.