San Luca, Badolato e Casabona gli ultimi enti commissariati. Dal 1991 la Calabria guida la classifica nazionale con 136 scioglimenti. Cresce il dibattito su una legge da rivedere.
Continua....
Un primato che pesa come un macigno sulla Calabria: nel 2025, la regione fa segnare un nuovo record negativo per numero di Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Gli ultimi in ordine cronologico sono San Luca (a marzo), Badolato e Casabona, decisi nell’ultima seduta del Consiglio dei Ministri su proposta del Viminale. In totale, sono 7 i Comuni italiani commissariati da inizio anno: quasi la metà sono calabresi.
Dal 1991, anno dell’entrata in vigore della legge sugli scioglimenti (nata come risposta alla brutale strage di Taurianova), i casi registrati a livello nazionale sono 393, al netto di circa 25 annullamenti. La Calabria detiene il triste primato con 136 enti sciolti (di cui 9 poi annullati), seguita da Campania (121) e Sicilia (94). Ma la morsa della ‘ndrangheta non si ferma ai Comuni: la regione ha anche il numero più alto di Aziende sanitarie commissariate per mafia – ben quattro, con casi ripetuti a Reggio, Vibo e Catanzaro.
Il fenomeno ha dimensioni strutturali. Secondo un dossier di Avviso Pubblico, le infiltrazioni mafiose negli enti locali «non sono episodi isolati, ma strumenti sistematici di radicamento e arricchimento». I clan non agiscono solo con intimidazioni o pressioni durante le campagne elettorali: la loro strategia è spesso silenziosa, utilitaristica, volta a costruire reti con l’imprenditoria e la burocrazia locale.
Anche se oltre il 95% degli scioglimenti colpisce quattro regioni del Sud, è in crescita il numero di enti commissariati nel Centro-Nord, dove il tessuto economico rappresenta terreno fertile per gli investimenti illeciti.
Tuttavia, la normativa sugli scioglimenti è da tempo oggetto di riflessioni e polemiche. Molti analisti la considerano una misura troppo drastica, che rischia di penalizzare anche chi è estraneo ai fatti e che, soprattutto, mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. Il caso emblematico è San Luca, dove negli ultimi vent’anni si è votato regolarmente solo in rare occasioni, anche per la paura di ricadute personali in caso di nuovo commissariamento.
Per questo si stanno studiando modifiche legislative che mirano a colpire con maggiore precisione, evitando scioglimenti “automatici” e circoscrivendo le responsabilità – spesso più burocratiche che politiche – degli enti coinvolti.