La campagna elettorale avanza tra incertezze e difficoltà nel trovare un candidato credibile. Il fronte progressista punta su un profilo condiviso entro pochi giorni.
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Le assemblee pubbliche dello scorso fine settimana hanno contribuito ad alimentare ulteriore confusione sulla campagna elettorale imminente a Rende. La realtà è che partiti, associazioni e addetti ai lavori appaiono scollegati dalla cittadinanza e dal territorio. Il problema principale? Non si trovano candidati credibili, conosciuti e vincenti. E chi è stato contattato finora ha rifiutato la candidatura, quasi come se concorrere alla guida della città fosse più un onere che un’opportunità.
Nel frattempo, il fronte progressista – che vede un’alleanza tra Movimento 5 Stelle, Avs e Rifondazione Comunista – è al lavoro per definire un programma condiviso e una candidatura rappresentativa. “Vogliamo una città orientata ai diritti, al benessere, alla solidarietà e alla pace”, affermano in un comunicato. L’entusiasmo e l’adesione dell’associazione Unire per Rinnovare rafforzano questo percorso, con l’obiettivo di promuovere politiche di welfare, difesa dell’ambiente e gestione pubblica dei servizi comunali.
Tra i punti chiave del programma emergono la tutela dei diritti dei lavoratori e delle fasce più fragili, il rilancio della sanità pubblica territoriale e la lotta alla speculazione edilizia. Si punta inoltre a un recupero della legalità con azioni di antimafia sociale e riqualificazione degli spazi pubblici.
Dal confronto in corso tra le varie anime progressiste è emerso un profilo di candidato che potrebbe essere ufficializzato a breve: “una figura orientata al dialogo sociale, connessa ai ceti popolari e al mondo del lavoro, capace di garantire un progetto di innovazione e cambiamento radicale per la città di Rende”.
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