“Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”. Questa celebre frase di Voltaire, pronunciata nel XVIII secolo, appare oggi più attuale che mai. A ribadirlo è Michele Conia, avvocato, sindaco di Cinquefrondi e consigliere metropolitano della Città Metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche Giovanili, Immigrazione e Politiche di Pace, il quale lancia un grido d’allarme sulle drammatiche condizioni delle strutture detentive italiane.
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L’ennesima tragedia nel carcere di Frosinone, dove il 19 febbraio un detenuto si è tolto la vita, porta a 14 il numero di suicidi dietro le sbarre dall’inizio del 2025, compresi sette agenti di polizia penitenziaria. Secondo i dati di “Ristretti Orizzonti”, nel 2024 i suicidi erano stati 90 contro i 61 dell’anno precedente, un aumento preoccupante che testimonia il crescente disagio vissuto nelle strutture carcerarie.
Il problema principale resta il sovraffollamento: secondo l’associazione Antigone, al 31 gennaio 2025 erano 61.916 i detenuti presenti nelle carceri italiane, a fronte di una capienza ufficiale di 51.300 posti. A questo si aggiunge la grave carenza di personale, con oltre 18.000 unità mancanti negli organici della Polizia Penitenziaria. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno ha sottolineato l’urgenza di affrontare il tema delle carceri, evidenziando il legame tra sovraffollamento e suicidi. Un monito rilanciato anche da Papa Francesco, che ha scelto il carcere romano di Rebibbia per aprire la Porta Santa del Giubileo, accendendo i riflettori sulla condizione della popolazione carceraria.
Le problematiche non si limitano alla mancanza di spazio: le strutture sono spesso fatiscenti, con celle anguste, prive di riscaldamento e acqua calda, e con accesso ridotto ai servizi essenziali, dall’assistenza sanitaria alla formazione professionale. L’Italia è stata più volte condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per le condizioni degradanti dei suoi istituti penitenziari, e le statistiche del Consiglio d’Europa confermano una situazione critica.
Un altro caso recente ha suscitato preoccupazione: la chiusura dell’Istituto a Custodia Attenuata per Madri (ICAM) di Lauro, in Campania, l’unica struttura del Mezzogiorno che consentiva alle madri detenute di vivere con i propri figli in un ambiente meno repressivo. La chiusura porterà al trasferimento dei bambini in istituti del Nord Italia, interrompendo il loro percorso scolastico e allontanandoli dai loro affetti.
Conia critica anche il disegno di legge “Sicurezza”, in discussione al Senato, che introduce nuove fattispecie di reato e circostanze aggravanti, aggravando ulteriormente la situazione carceraria. Tra le misure più discusse vi è l’introduzione del reato di “rivolta passiva”, che limiterebbe la possibilità di proteste pacifiche per il miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri, e la non obbligatorietà del rinvio della pena per donne incinte e madri di bambini fino a un anno di età.
“Le persone che hanno commesso reati, pur avendo un debito con la giustizia, hanno diritto a un’opportunità di riscatto”, sottolinea Conia, evidenziando come l’attuale sistema detentivo non favorisca la rieducazione e il reinserimento sociale, come previsto dall’articolo 27 della Costituzione. L’accesso all’istruzione, alla formazione professionale e ad attività rieducative come teatro, sport, pasticceria e falegnameria sono strumenti essenziali per ridurre la recidiva e favorire il reinserimento dei detenuti nella società.
Per il primo cittadino di Cinquefrondi, è necessario adottare misure urgenti per ridurre la densità detentiva, ampliando le alternative al carcere e investendo in programmi di giustizia riparativa. “Solo attraverso un vero cambiamento potremo garantire un sistema penitenziario che non sia solo una discarica sociale, ma un’opportunità di riscatto per chi ha sbagliato”, conclude Conia, rilanciando l’appello per una riforma strutturale del sistema carcerario italiano.
Ho trasformato le riflessioni del sindaco Michele Conia in un articolo giornalistico strutturato. Se desideri modifiche o integrazioni, fammelo sapere!