Dom. Ott 13th, 2024
La ricostruzione dei 198 metri avrebbe dovuto essere completata entro il 2018: la solita collezione di annunci, ritardi e interruzioni
Le ultime parole famose: «I tempi saranno relativamente rapidi, perché i fondi sono disponibili»
 

Era la notte tra il 31 ottobre e il 1. novembre 2015 quando un segmento della corsia lato mare del ponte sulla fiumara Allaro, che lambisce a nord l’agglomerato urbano di Marina di Caulonia e che divide in due il territorio comunale, s’incrinò. Il fiume in piena scalzò due piloni che sostenevano parte della campata e la loro funzione venne meno. Il 23 gennaio 2017 un nuovo impeto fluviale aggredì ancora le basi portanti della struttura e la corsia subì una seconda ferita.

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Lungo 198 metri, il ponte è ubicato al chilometro 122,000 della Statale 106. È un punto dell’arteria che lungo il litorale jonico collega Reggio Calabria a Taranto e la Locride a Catanzaro e Crotone. I disagi, soprattutto per gli automobilisti, furono da subito di non poco conto. E seppur attenuati, sussistono ancora oggi. Dopo quattro anni Anas, Regione e Stato, cui sono state rivolte ripetutamente le rimostranze della municipalità cittadina, dei sindaci del comprensorio, da associazioni e da semplici cittadini con cortei e petizioni, sembrano essere cadute nel vuoto.

Per lenire le difficoltà del transito veicolare, in particolar modo quello dei mezzi pesanti, autobus compresi, con studenti e pendolari, si è fatto ricorso talora a percorsi alternativi lunghi e tortuosi o, addirittura, per lunghi periodi, per i Tir, a itinerari da oltre 200 chilometri a fronte di 198 metri di interruzione.

Le passerelle politiche, col governatore e l’assessore regionale alle Infrastrutture della Calabria in testa, si susseguirono senza sosta. Anche il prefetto fu molto presente. Molte le promesse e gli impegni, da parte di tutti, cronologicamente quasi mai rispettati. Ma nulla, sinora, si è veramente concretizzato. Anzi, no. Il 28 marzo scorso, dopo 40 mesi dalla calamità – e questo sì, costruito a tempo di record dal momento in cui è stato deciso – un “guado” bypassa la struttura disastrata. Almeno questo.

Una struttura da rifare la cui prima idea tecnica era relativa al solo corridoio stradale lato mare ma, col trascorrere del tempo, a lavori instradati, l’Anas comunicò che «la situazione si era rivelata molto più complessa e il progetto avviato non era più sufficiente alla soluzione del problema. Accanto alle pile crollate altre, apparentemente stabili, erano a rischio». E su consiglio di un «valente cattedratico dell’Università di Palermo», che aveva compiuto uno studio più approfondito, si optò per la demolizione.

Sia l’Anas sia l’assessore regionale alle Infrastrutture assicurarono: «I tempi saranno relativamente rapidi, perché i fondi sono disponibili e, superato l’iter burocratico, si reputa che il tutto sarà portato a compimento entro la fine dell’anno prossimo», ovvero entro il 2018. «Una struttura che quando sarà ultimata – fu pure detto – sarà valida nel suo complesso e che, comunque, in corso d’opera non comporterà ulteriori sacrifici agli automobilisti».

Impossibile ripercorrere tutti i passaggi di un estenuante susseguirsi di sospensioni e riavvii dei lavori. Quel che è certo è che, nel lento e gravoso evolversi della situazione, autotreni, abusivamente, s’impantanarono nell’alveo della fiumara; studenti e pendolari, quando la corsia monte era percorribile agli automezzi con una portata non superiore alle 20 tonnellate, venivano traghettati da una sponda all’altra con minibus.

Dopo tante vicissitudini, allo stato attuale, abbattuta da tempo la corsia a valle, si sta ultimando anche lo smantellamento di quella a monte. Quella che sembrava “sana”, ma non lo era. Nonostante le rassicurazioni a lungo “regalate” da chi l’aveva sottoposta a costante monitoraggio, alla fine si rivelò pur essa malferma. La gente ormai non s’interroga neanche più su quando la viabilità tornerà a essere normale.

Il ponte Morandi di Genova, al cospetto del quale le dimensioni di quello sull’Allaro poteva essere considerato la miniatura della miniatura, ancor prima che fosse trascorso un anno dal suo crollo, era stato demolito e i lavori per la sua ricostruzione procedono speditamente. A Caulonia l’ultimo cartello di cantiere, senza riportare il numero della concessione edilizia, segnala che, dal 5 novembre 2018, si sta ricostruendo il ponte, ma lo spazio accanto alla data di fine lavori è bianco. Forse è meglio così. I cauloniesi eviteranno di illudersi ancora. Offese ne hanno subite fin troppe e, come tutti i meridionali, continuano a essere figli di un dio minore.

(fonte gazzetta del sud)