La vicepresidente Chiara Gravina esprime il malcontento per la mancanza di soluzioni concrete dopo il distacco dell’energia elettrica e l’incertezza sulla sede del Centro
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«Da sabato scorso, non si è mosso ancora nulla!» ha dichiarato con forza Chiara Gravina, avvocata e vicepresidente del Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”, durante un’assemblea aperta tenutasi ieri. Gravina ha denunciato l’indifferenza delle istituzioni e sollecitato l’urgenza di trovare soluzioni concrete per garantire la continuità di un servizio fondamentale come quello del Centro, che supporta le donne in situazioni di violenza.
La vicenda è iniziata con il distacco dell’energia elettrica, ma come ha spiegato la vicepresidente, il problema non risiede tanto in questo, quanto nell’imminente necessità di traslocare. La sede e gli immobili adiacenti sono, infatti, inagibili e potrebbero essere sottoposti a lavori di ristrutturazione. Nonostante questa situazione di incertezza, il Centro non ha ricevuto alcun preavviso né soluzioni alternative dalla Regione, proprietaria degli spazi.
«Il Centro Antiviolenza è una parte essenziale della comunità e non possiamo essere relegati in locali inadeguati», ha affermato Gravina. La vicepresidente ha sottolineato l’importanza di avere spazi idonei, facilmente accessibili anche alle donne con disabilità, che rispettino la privacy e l’anonimato delle persone che si rivolgono al Centro per ricevere aiuto.
Gravina ha anche espresso il suo disappunto riguardo l’uso strumentale delle tematiche sulla violenza di genere da parte delle istituzioni. «Non ci interessano leggi proposte solo dopo un femminicidio o per l’8 marzo. Queste operazioni di pinkwashing non sono sufficienti. La vera domanda è: cosa fanno concretamente i centri antiviolenza per supportare le donne in difficoltà?» ha dichiarato, invitando le istituzioni a riflettere seriamente sul sostegno alle donne vittime di violenza.