Manifestazione regionale a Cosenza contro la manovra di bilancio: «Inadeguata per il Paese e penalizzante per il Mezzogiorno».
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Le sigle sindacali CGIL e UIL si preparano a scendere in piazza il 29 novembre per manifestare contro le politiche economiche del governo, con una mobilitazione che avrà il suo fulcro regionale a Cosenza. Gianfranco Trotta, segretario generale della CGIL Calabria, e Mariaelena Senese, segretaria generale della UIL Calabria, hanno spiegato in una conferenza stampa a Lamezia Terme le ragioni dello sciopero, che mira a chiedere modifiche alla manovra di bilancio: «Questa manovra è del tutto inadeguata a risolvere i problemi del Paese. Chiediamo più risorse per sanità, istruzione, servizi pubblici e nuove politiche industriali, oltre a un aumento del potere d’acquisto per i cittadini».
Il malcontento si estende anche alle misure previste per il lavoro e le pensioni. «I contratti vengono rinnovati con un aumento del 5,75% mentre l’inflazione sfiora il 16% – denunciano Trotta e Senese – e ai pensionati si destinano solo 3 euro al mese, un’offesa che sarebbe stato meglio impiegare in servizi di assistenza sanitaria».
Calabria e Mezzogiorno al centro della protesta
La mobilitazione si fa ancora più urgente guardando alla Calabria e al Mezzogiorno, aree che i sindacati ritengono trascurate dal governo. Trotta sottolinea: «Il Sud viene ignorato se non come bacino elettorale. È stata eliminata la contribuzione del 30% sulle assunzioni nel Mezzogiorno, mentre infrastrutture come l’Alta Velocità e la Statale 106 restano incompiute».
In Calabria, i problemi strutturali aggravano una situazione già precaria: lavoro nero, precariato, pensioni sotto la media nazionale e una continua emigrazione giovanile. «Occorre un piano per il lavoro – afferma Trotta – che offra ai giovani l’opportunità di rimanere nelle proprie terre, soprattutto nelle aree interne».
Alla conferenza stampa non è mancato un riferimento alla mancata adesione della CISL allo sciopero. «Non è uno sciopero politico – chiarisce Senese – ma una rivendicazione sindacale per salari più equi e risorse dignitose per i lavoratori e i pensionati».
CGIL e UIL si preparano così a portare in piazza le istanze della Calabria, chiedendo al governo una vera svolta, per il Sud e per l’intero Paese.