Lettera del sottosegretario Gentile a Oliverio: «I siti sono stati scelti dalla struttura tecnica regionale, si rischiano azioni risarcitorie da parte delle aziende. E la Calabria potrebbe perdere enormi finanziamenti»
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Siamo proprio sicuri che alla Regione convenga aprire un contenzioso con Infrastrutture Lombarde (IL) spa sulla progettazione degli ospedali di Sibari, Vibo Valentia e Gioia Tauro-Palmi (qui vi abbiamo parlato dell’azione risarcitoria)? È il senatore Antonio Gentile a mettere in guardia Mario Oliverio: lo fa in una lettera colma di domande e densa di preoccupazioni. La più importante – in realtà si tratterebbe di un disastro –: «La Calabria può permettersi il lusso di perdere questi cospicui finanziamenti?». È questo il punto d’arrivo nel ragionamento del sottosegretario allo Sviluppo economico. Si parte, però, dalla causa che l’amministrazione regionale vorrebbe imbastire contro IL. Il problema, secondo Gentile, è che la Regione finirebbe per fare causa a se stessa. «I tre progetti sono stati redatti dalla Struttura tecnica regionale – ragiona il sottosegretario –. Successivamente, le ditte partecipanti alla procedura di gara hanno prodotto i progetti definitivi. Dunque, senza alcuno spirito polemico, vorrei porle alcuni quesiti. Il primo quesito è questo: “Infrastrutture Lombarde spa ha mai scelto i siti o li ha scelti la Struttura tecnica regionale?”. Appare strano, infatti, che a contestare i progetti preliminari delle strutture ospedaliere non siano le ditte aggiudicatarie delle concessioni ma la stessa Regione Calabria, che, a suo tempo, aveva redatto i medesimi progetti». Il senatore spiega, dunque che «il sempre annunciato, e mai realizzato, avvio dei lavori non può, a mio giudizio, essere addebitato a soggetti terzi ma all’incapacità delle strutture regionali che hanno seguito l’iter procedurale».
È in questo senso che l’atteggiamento della giunta regionale appare «contraddittorio» e «potrebbe anche verificarsi che le ditte aggiudicatarie della concessione, non in grado fino ad oggi di avviare i lavori, potrebbero scaricare le loro inadempienze ed avviare a loro volta, un’azione risarcitoria nei confronti della Regione Calabria».
Gli altri dubbi di Gentile sono più pragmatici: «Qual è il cronoprogramma dei lavori successivi alla fase di cantierizzazione delle aree? Quali sono i tempi di inizio e fine dei lavori considerati i notevoli ritardi finora accumulati? Di quali garanzie si doterà la Regione per il rispetto del cronoprogramma? Ci si rende conto dei disservizi conseguenti alla chiusura di alcuni ospedali, sia in termini di prestazioni sanitarie (accentuata migrazione di utenza), sia di risorse economiche conseguenti alla chiusura di alcuni ospedali in attesa delle costruzioni delle nuove strutture?». Le opere «già appaltate, hanno valore complessivo di circa 500 milioni di euro, cui si dovrà aggiungere quello delle concessioni per 30 anni, che probabilmente avrà un valore simile a quello dell’appalto. Dunque, dopo sei anni, dall’aggiudicazione delle gare si ritorna al punto di partenza». Il rischio è quello di perdere i fondi sui quali «peraltro i cittadini calabresi stanno già pagando i relativi mutui».
«Mi rendo conto – continua Gentile –, per onestà intellettuale, che le responsabilità vanno ricercate nella trasparenza degli atti approvati e del relativo supporto tecnico. Non sarebbe sbagliato, quindi, qualora ve ne fossero le condizioni e la necessità, costituire una commissione regionale d’inchiesta ad hoc, al fine di accertare le responsabilità di tutte le strutture, commissario ad acta compreso. Eviteremo così di navigare a vista e riusciremo a dare risposte definitive alle pressanti domande che provengono dai territori interessati».
«I calabresi – conclude il sottosegretario –, dopo lunghi anni di attesa, hanno bisogno di certezze e di verità. Su questo terreno, ognuno per la propria parte, dovrà fare chiarezza, per rendere le istituzioni credibili e affidabili».
(fonte l’altro corriere)