La presentazione del libro “Corrado Alvaro e il Cinema: una magnifica ossessione” celebra il rapporto tra lo scrittore calabrese e la settima arte.
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Il Centro di Aggregazione Giovanile “Rocco Lombardo” ha ospitato la presentazione del libro Corrado Alvaro e il Cinema: una magnifica ossessione, scritto da Maria Cristina Briguglio e Giovanni Scarfò. L’evento, patrocinato dal Comune di Monasterace, ha rappresentato un’importante occasione per approfondire il legame tra il celebre scrittore calabrese e il mondo cinematografico.
L’incontro si inserisce nel calendario di eventi culturali organizzati dall’amministrazione comunale, arricchendo l’offerta della biblioteca comunale, recentemente riaperta lo scorso dicembre. La serata è stata impreziosita dalla proiezione del cortometraggio Terra d’Alvaro di Giampaolo Calegari, un’opera che, in soli dieci minuti, riesce a raccontare la Calabria attraverso la poetica dello scrittore.
Il 15 aprile 2025 ricorreranno i 130 anni dalla nascita di Corrado Alvaro, avvenuta nel 1895, lo stesso anno della nascita del cinema. Questo legame temporale sembra quasi preannunciare l’interesse che Alvaro ha nutrito per tutta la vita nei confronti della settima arte. Dal 1920 fino agli anni ’50, pochi mesi prima della sua scomparsa, il cinema è stato per lui un’autentica “magnifica ossessione”.
Corrado Alvaro, oltre a essere un grande scrittore e giornalista, è stato un attento osservatore del fenomeno cinematografico. Ha scritto numerosi articoli su oltre 70 riviste e quotidiani, tra cui La Stampa e Il Corriere della Sera, cercando di comprendere il ruolo del cinema nella trasformazione sociale e antropologica dell’Italia. In qualità di inviato in paesi come Turchia, Mosca, Berlino e Parigi, Alvaro era solito visitare le sale cinematografiche per osservare le reazioni del pubblico e trarne spunti per analizzare la società.
Il libro Corrado Alvaro e il Cinema: una magnifica ossessione ha l’obiettivo di riscoprire questo aspetto meno noto della sua produzione intellettuale. Il cinema, per Alvaro, non era solo intrattenimento, ma un potente strumento di comunicazione capace di influenzare il pensiero e i costumi della società. Egli temeva il potenziale manipolatorio delle immagini, soprattutto quando usate come propaganda, ma al contempo ne riconosceva la funzione educativa e morale. Già negli anni ’50, con l’avvento della televisione, Alvaro intravedeva l’opportunità di creare un ponte culturale tra Nord e Sud Italia, contribuendo a una maggiore comprensione della realtà meridionale.
Grazie a questo evento, la comunità di Monasterace ha avuto l’opportunità di riscoprire un lato meno conosciuto di Corrado Alvaro, rendendo omaggio a un intellettuale che ha saputo interpretare il suo tempo con straordinaria lucidità e sensibilità.