La Calabria è ancora indietro nell’economia reale e i consumi faticano a trovare un livello accettabile.consistente è la differenza tra i portafogli , in Calabria dove si spendono 1300 euro in meno rispetto alla Lombardia. I dati Istat mostrano una timida ripresa nel resto del Paese nel 2015 mentre il sud rimane fanalino di coda.
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C’è un divario tra le famiglie operaie rispetto agli imprenditori. La spesa media mensile è molto eterogenea al variare del titolo di studio. C’è differenza anche tra le famiglie di occupati dipendenti con la spesa media di 2.321,50euro se la persona di riferimento è operaio e assimilato, e sale a 3.124,56 se è dirigente, mentre per gli occupati indipendenti e di 3.585,20 per imprenditori e liberi professionisti e di 2.733,88 per gli altri lavoratori indipendenti.
la spesa cambia anche a seconda della nazionalità delle famiglie.
In generale cresce a due cifre la spesa degli italiani in alberghi e ristoranti ma ancora quasi una famiglia su due rinuncia a viaggi e vacanze. Dopo due anni di calo, le spese per i servizi di ristorazione crescono del 11% da 110,26 a 122, 39 euro al mese e tornano poco sopra i livelli del 2013. Dallo studio dell’Istat emerge però che questi piaceri non sono alla portata di tutti. Il 48,4 delle famiglie rinuncia completamente a viaggi e vacanze, o altri cercano di ridurre la quantità o qualità della spesa in questi campi.
Sono meno di uno su quattro, i nuclei che non ha voluto fare risparmi. Aumentano più della media anche le spese alimentari in generale e quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura. Ne emerge che una parte crescente del Paese e meno tirata negli acquisti, ma al tempo stesso la maggioranza continua a risparmiare ovunque possibile. Una famiglia su due cerca di fare economie sul cibo, altrettanti rinunciano del tutto a viaggi e vacanze e mentre il 20% che tenta addirittura di limitare le spese sulla salute.