Non è un fatto nuovo che, al termine dei conflitti, in Europa, si sia sempre innescato un processo criminale di compravendita di armi e ordigni bellici che hanno avuto, quali protagonisti, i membri delle organizzazioni criminali più potenti al mondo, a cominciare da ‘ndragheta e mafia. Ora che c’è il conflitto in Ucraina, si rischia un’altra ecatombe, anche in tema di mercato nero delle armi. L’allarme, all’Italia e al mondo, è stato lanciato dal procuratore capo di Catanzaro, il dott. Nicola Gratteri, che, ad oggi, è una delle poche persone di buonsenso che punta alla salvaguardia della vera pace, libertà e sicurezza. Lui ha espresso che le polizie dei vari Paesi si devono parlare e collaborare, per evitare i traffici. Ma i Governi lo ascolteranno? La situazione è chiara: le armi vengono utilizzate ora per combattere e vengono distribuite all’esercito regolare e a volontari, provenienti da ogni dove. Ma chi pensa a catalogarle, e chi sarà a ritirarle, in futuro? Ognuno si potrà tenere l’arma come un souvenir o potrà disfarsene come meglio credera’? Sono anche questi interrogativi inquietanti ai quali sarà bene dare una risposta concreta.
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